L’onorevole se ne frega della crisi? E l’elettore si indigna

La Camera dei Deputati

Che l’Aula di Montecitorio sia sempre più l’immagine della desolazione non è una novità. Lo sa chiunque abbia visto in tv un “question time”, lo riferiscono da anni generazioni di studenti in visita al Parlamento, che una volta a casa parlano di un’aula vuota, dove tuttalpiù i presenti passano ore al cellulare o leggono il giornale. Ma ieri non era una giornata ordinaria: era il giorno in cui Tremonti presentava un piano straordinario di finanza pubblica da 25 miliardi, una “toppa” necessaria, un grido d’allarme per non farci finire come la Grecia.

Ma la grande crisi annoia l’onorevole, così  nell’aula di Montecitorio prima, durante e dopo l’intervento di Tremonti c’erano due leghisti, cinque del Pdl e una cinquantina abbondante dell’opposizione. Una scena sconfortante che non ha lasciato indifferenti i cittadini e nemmeno i nostri lettori, che hanno commentato la notizia, in modo anche colorito. L’onorevole “fannullone”, per dirla alla Brunetta, ha stufato. Lo dimotrano le ulime elezioni regionali: un triste record di astensionismo. “Erano in banca a prelevare”, scrive caustico Gennaro Gaudino. “Non c’era nessuna tv ad invitarli. E chissenefrega della crisi che incombe”, ribatte Giuseppe D’Arnese. “L’onorevole deve riposare il fine settimana. ha ben diritto a quattro giorni di riposo. Guadagnare 16mila euro esentasse stanca eccome”, scrive Roberto Prandi.

A parlar male dei politici e dello scadimento di quella che viene rappresentata come una casta di privilegiati o una corporazione di interessi slegata dalla società, si finisce quasi sempre nella demagogia o nel qualunquismo. Quasi. Perché un Parlamento deserto il giorno in cui si discute dei soldi degli italiani lancia un segnale inequivocabile: non è lì che si fanno o disfano i destini del Paese. Una Camera vuota è la rappresentazione plastica della sua inutilità, o a voler essere indulgenti, della sua marginalizzazione progressiva. Abbondano le spiegazioni. Certo è  un Parlamento di nominati e non di eletti. E poi gli stipendi troppo alti. E ancora la settimana corta del deputato, che inizia il martedì per finire il giovedì a pranzo. Ma una capatina ogni tanto, almeno nei giorni di bufera economica. La Grecia non insegna niente?

Si potrebbe cristianamente perdonare loro perchè non sanno, difficile, impossibile perdonare la loro abitudine e orgoglio a non sapere, non capire e quindi a “fregarsene”.

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