ROMA – L’Osservatore Romano sta con Monti: “Il Prof vuole recuperare il senso alto della politica”. Tra le righe del pezzo dal titolo “La salita in campo del senatore Mario Monti”, pubblicato dal quotidiano ufficiale della Santa Sede, viene infatti ricordato che l’espressione “salire in politica” rappresenta la sintesi di “un appello a recuperare il senso più alto e più nobile della politica che è pur sempre, anche etimologicamente, cura del bene comune. Ed è questa domanda di politica alta che probabilmente la figura di Mario Monti sta intercettando o sulla quale comunque il capo del Governo uscente intende legittimamente far leva e che interpella i partiti al di là dei contenuti del suo manifesto politico”.
Sulla salita in politica di Monti è tornato all’attacco Silvio Berlusconi che ha detto: “Ha ragione di dire che sale perché aveva un rango inferiore a quello di presidente del Consiglio – è stata l’osservazione del Cavaliere – Io ho detto “sceso in campo” perché avevo un rango superiore”.
”Annunciando il suo impegno in politica attraverso le modalità illustrate – prosegue L’Osservatore – il senatore a vita intende aprire la seconda fase di un programma riformatore che è stato solo abbozzato nel corso dell’ultimo anno sulla spinta della congiuntura finanziaria. Monti è stato chiamato dai partiti a prendere decisioni inderogabili, di cui nessuno intendeva però prendersi la responsabilità diretta, per il timore di pagare un prezzo elettorale troppo alto. Quelle stesse forze politiche si ritrovano ora a interrogarsi sull’impatto che può avere la ‘salita in politica’ di chi doveva, quasi per mandato, diventare impopolare”.
”Una prospettiva – sottolinea l’Osservatore – che fornisce da sola molto materiale alla riflessione dei partiti, così come il successo che anche i sondaggi sembrano ora attribuire a chi ha imposto agli italiani sacrifici pesanti”.
Dopo “la salita in politica”, la trattativa ora è tutta sulla lista unica con il nome di Monti, soluzione data quasi per definitiva al Senato, mentre per la Camera il confronto tra il premier dimissionario e le varie componenti centriste che lo sostengono è in corso, ma le probabilità che alla fine si opti per questa scelta aumentano di ora in ora. “Al Senato – ha rivelato Pietro Ichino, ospite a Tgcom 24 – sarà una lista unica “per l’agenda Monti”, perché la legge elettorale per il Senato costringe a questa scelta. Ma so – ha continuato il giuslavorista – che si sta lavorando per arrivare allo stesso risultato per la Camera”. La legge elettorale prevede per Palazzo Madama una soglia per la coalizione del 20%, che scende all’8% per la singola lista su base regionale.
L’ipotesi di liste federate tra loro a Montecitorio sembra dunque perdere quota. E in ogni caso, ha voluto sottolineare il senatore ex Pd, passato tra le file dei montiani – “le liste poi saranno passate al vaglio di Monti per evitare che sotto l’agenda Monti si possa riciclare la vecchia politica». Il nome del professore sulla lista, ha poi assicurato Ichino, “ci sarà”. L’annuncio dovrebbe arrivare dopo il messaggio di fine anno del Capo dello Stato.