Padania infetta, nazione marcia. L’evoluzione della specie corrotta

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 14 Luglio 2010 - 15:16| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Padania infetta, nazione marcia. E’ l’evoluzione della specie corrotta. C’era una volta…ma non è una favola. C’era una volta, liberi di averne perso la memoria e la nozione ma non liberi di non crederci perchè è la verità, un ceto politico anche e soprattutto democristiano, anche socialista, repubblicano e liberale che si contendeva il potere. Potere di decidere, potere di governare. Se lo disputava quel potere anche con i soldi. Ma non identificava il potere con i soldi. Storia vera, durata almeno trenta anni. Storia che comincia a finire con gli anni ottanta, storia a suo modo nobile che finisce di finire alla fine di quel decennio, guarda caso con la “Milano da bere”. L’ultima palata di terra su quella storia ormai sepolta viene gettata nel segno di Bettino Craxi.

C’era una volta un ceto politico di sinistra, allervato e cresciuto nel segno del Pci, che aveva come suo connotato, esistenziale prima ancora che politico, comportamenti civili e amministrativi che non facevano della raccolta e distribuzione dei soldi pubblici la loro esclusiva e fondamentale missione. Era gente spesso dalla coscienza contorta se non bugiarda riguardo a ciò che era davvero il comunismo, ma era gente dalle mani pulite. Anzi gente che in certe cose le mani neanche ce le metteva. L’esperienza e la pratica di governo e sotto governo soprattutto nell’Italia meridionale ha mostrato che gli eredi e successori di quella gente, di quel ceto, di quella sinistra sono stati travolti e imbevuti dalla politica dei soldi e degli affari. Non hanno fatto da argine alla corruzione sistematica della vita economica e civile in quelle terre. Talvolta, troppe volte per pensare siano state eccezioni, hanno fatto da spugna.

C’è adesso la Lega. Sotto i suoi occhi e la sua egemonia la “Padania” è stata colonizzata dal crimine organizzato e volentieri, di sicuro senza grossa resistenza, si è fatta colonizzare. In Piemonte su cinquanta imprenditori cui mafia, ndragheta e camorra hanno offerto soldi per infilarsi in azienda, tre, solo tre hanno denunciato. Gli altri 47 hanno incassato, per amore o per forza. In Liguria Bordighera ha il Consiglio comunale incistato di mafia, sotto procedura per essere sciolto. A Genova il vice coordinatore regionale del Pdl, Eugenio Minasso, ha ammesso di aver preso soldi e aiuti elettorali dai fratelli Pellegrino, famiglia di affari criminali. A Ventimiglia sotto inchiesta il sindaco, in Regione sotto indagine Rosario Monteleone dell’Udc. Antonio Oliverio alla Provincia di Milano in una intercettazione dice ad un boss: “Tu fai l’imprenditore, al resto penso io, faccio io il politico, tu pensa al resto e a pagarmi lo stipendio a fine mese. Ed Emilio Santomauro ex di An, e Gianfranco Abelli del Pdl detto “Il faraone” e Massimo Ponzoni…

Ma soprattutto Corsico, Trezzano, Bollate, Cormano, Seregno, Buccinasco…Padania piena e verace dove le cosche comprano negozi, rilevano aziende, rastrellano appalti. Spesso, quasi sempre la Lega e i suoi uomini non sono direttamente coinvolti. Ma dov’è il controllo del territorio vantato da Bossi e Calderoli? Dove sta, cosa guarda per non vedere la brava gente “padana” tutta lavoro e famiglia? Quale egemonia culturale è davvero in grado di esercitare la Lega quando, nella sua casa, la criminalità organizzata la gente “padana” se la compra un tanto al chilo? Sì, al Sud le cosche si comprano la gente un tanto a tonnellata, è questa, solo questa la diversità “nordista”?

C’è stata una evoluzione della specie. Quella criminale e quella corrotta. Funziona così: in prima battuta c’è una sorta di “accumulazione originaria del capitale”. Di solito la cosca mafiosa, camorrista o di ndrangeta realizza l’accumulazione con la droga. Mette in cassa un sacco di soldi con il traffico di droga. Poi, soldi alla mano, si presenta sul mercato. Compra attività commerciali, pezzi di azienda. Sostanzialmente nessuno o quasi si oppone, “pecunia non olet”. A quel punto occorre il moltiplicatore del valore di azienda, cioè il denaro pubblico, le commesse, gli appalti. E allora si va dai distributori di pubblico denaro, il ceto politico. Ai quali si offre parte dei soldi ma soprattutto voti, voti elettorali necessari perchè i soldi pubblici restino in mani sicure, affidabili e generose. Il ceto politico non si oppone, anzi lo trova quasi naturale. E non si oppone la società detta civile, è la ruota dei soldi che gira e l’importante è farla girare, non sono forse questo l’economia e la politica?

Nell’evoluzione la specie criminale diventa impresa, tipo quella “Perego General Contractor” che stava puntando agli appalti dell’Expo milanese del 2015, oppure finanza, capitale che stava entrando nella trentina Cosbau che lavora nei cantieri d’Abruzzo. Nell’evoluzione la specie corrotta diventa assessore, consigliere. Ma anche banchiere, geometra, architetto, commercialista, imprenditore e commerciante. Tutti quelli che girano intorno e insieme alla ruota dei soldi. Perchè questa evoluzione della specie, criminale e corrotta, fosse possibile occorrevano due cose, due modifiche di “habitat”. Occorreva che la gente italiana tutta, anche padana, si convertisse alla religione delle “cose concrete”, le uniche che contano e fanno differenza. E cosa c’è di più “concreto” dei soldi in tasca propria? Se tutto il resto ha valore zero, anzi è sottoposto a disprezzo quotidiano, se vale solo la “cosa concreta”, l’habitat criminale e corrotto è quasi pronto.

Manca solo l’altro elemento, ed è arrivato, ormai da tempo. E’ il “politico di territorio”, quello che ritiene suo mestiere ed obbligo, sua gloria, successo e dovere prendere soldi pubblici e portarli sil “territorio” dove lo aspettano, lui e suoi soldi, le aziende, i comitati, i voti comprati. Comprati anche perchè, mai dimenticarlo, qualcuno li vende.

Svariati decenni fa fu coniata l’espressione “Capitale infetta, paese marcio”. Ora può essere ripresa: Padania infetta, Italia marcia. E allora? Su Sodoma e Gomorra dove in fondo non facevano nulla di così grave, si vuole sia stata lanciata una pioggia di fuoco che non risparmiò nessuno, neanche i pochi innocenti, bambini compresi. Non è all’ordine del giorno nessun così drastico e biblico castigo. Magari tre anni, almeno due in cui nessuna spesa pubblica sia fatta, se non quella per i disoccupati e i malati. Un sogno, un drastico e impossibile sogno: due anni in cui le specie criminali e corrotte non scomparirebbero dalla faccia di Italia ma almeno dovrebbero fare un passo indietro nell’evoluzione, rimettere le branchie, ritornare sott’acqua. Mentre oggi respirano a pieni polmoni e colonizzano, abitano e popolano ogni terra emersa.