Che ci va a fare Monti in Europa? Debito, inflazione, sovranità

di Lucio Fero
Pubblicato il 21 Novembre 2011 - 13:56 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Che ci va a fare Mario Monti in Europa? Va a cercare, e un po’ a proporre, quel che finora l’Europa non ha trovato e nemmeno composto, assemblato. Tanto meno servito in tavola, e cioè il mix, il cocktail, la miscela delle cose da fare. Gli ingredienti si conoscono ma finora nessuno ha voluto e potuto mischiarli nelle dosi che siano insieme utili e tollerabili. Un po’, anzi tanto, di taglio del debito e della spesa di ogni nazione europea. Tanto, ma non tanto da ammazzare il malato economico e risultare socialmente, più che ingiusto, di fatto insostenibile. Insostenibile politicamente ed elettoralmente, insostenibile fino a suscitare rigetto al limite della rivolta. Un po’, di certo di più, di controllo europeo sulle leggi di spesa, di bilancio e fiscale che fanno i singoli Stati. Di certo di più di quel che c’è adesso. Controllo fino e oltre il confine che oggi c’è della sovranità nazionale. Ma non infilandosi in una revisione dei Trattati che dura anni. E un po’ di inflazione, un po’ più di certo del due per cento o poco più che finora è stato considerato il limite. Un po’ di inflazione, anzi un po’ tanta che inevitabilmente discende se la Bce si mette di fatto a stampar carta moneta per comprare e quindi garantire i debiti “sovrani”. Un po’ tanta ma non tanta da risvegliare la “bestia” che si mangia i risparmi, i salari e alla fine, talvolta, anche le democrazie. Non il due ma diciamo il quattro per cento di inflazione e fermarsi lì.

E’ questo il mix, anche se ignote sono le dosi. L’unico mix perché altrimenti il problema diventa più grosso e più forte di ogni soluzione. Il problema, il problema dei problemi, è che fino ad ieri, fino a non molto tempo fa, non solo la finanza, le banche ma l’intera economia si basava o almeno contava su un punto fermo che fermo non è più. Il punto fermo era la “garanzia” ultima del sistema del credito. In gergo si dice “collaterale”, il “collaterale”, cioè la garanzia ultima su cui appoggi un credito o un debito. Fino a ieri il “collaterale” era il titolo di Stato, di qualunque Stato europeo. Poteva rendere di più o di meno, ma non conteneva il rischio di non essere pagato alla scadenza. E invece è successo con la Grecia che ripaga al 50 per cento e il 50 per cento non li ripaga più. Da allora praticamente ogni titolo di Stato, tranne quelli tedeschi, non sono più “collaterali” sicuri al cento per cento. E, se i “collaterali” non sono sicuri, se le garanzie non sono blindate, la circolazione del credito diventa ansiosa, a rischio, si ingolfa, si ferma. Nessuno presta più a nessuno se non a tassi di interesse altissimi, insostenibili. Per gli Stati, per le aziende per le famiglie, in gergo si chiama “credit crunch”.

Come si ristabilisce l’affidabilità del “collaterale” titolo di Stato? Aspettando molto e lavorando duro perché tutti gli Stati europei diminuiscano debito e deficit. Ci vogliono più o meno, il calcolo è della Merkel, una decina di anni. Dieci anni di tagli al Welfare, al credito, agli investimenti, alla spesa. E’ una via sicura ma nel frattempo il paziente muore, non ce la fa a percorrerla. Governi, elettorati e società europee non possono reggere questa cura: è chemioterapia che ammazza e comunque non fa vivere in condizioni accettabili.

La seconda via è quella dei superstiti paesi a Tripla A che si fanno garanti con i loro “collaterali” dei debiti altrui. Ma suppone che questi paesi di fatto governino in casa altrui: ti garantisco il tuo “collaterale” ma tu non fai leggi di bilancio e spesa senza il mio assenso. Ci vogliono meno di dieci anni ma non meno di un paio. E nel frattempo i paesi a Tripla A rischiano di restare uno solo: la Germania. E’ chirurgia demolitiva che può lasciare Stati e nazioni deformi.

La terza strada è quella farmacologica: la Bce garantisce ora e subito per tutti (gli eurobond sono un’altra versione della cura farmacologica). Insomma si stampa denaro e lo si distribuisce al sistema come ha fatto la Fed americana. E’ il farmaco da somministrare subito, dà sollievo, ma dà anche assuefazione. E contiene la contro indicazione dell’inflazione.

Ci vogliono dosi di tutte e tre le terapie perché ciascuna da sola non basta o fa danno ma nessuna delle tre può essere esclusa dal mix. La Merkel e Sarkozy e neanche Barroso o Van Rompuy finora hanno trovato o voluto trovare le giuste dosi. Hanno finora sbagliato eccome o comunque non hanno risolto. Berlusconi andava a recalcitrante rimorchio. Monti dovrebbe “proporre” e non solo presentarsi all’esame altrui con i compiti più o meno fatti o più spesso scarabocchiati. Lo ha detto lui, davanti al Parlamento italiano, che andrà in Europa a “proporre”. Vedremo se e cosa sarà capace e in grado di proporre.