In un ascensore di belle ragazze a palazzo Grazioli addio di Berlusconi a Musso, ribelle che si vede sindaco di Genova

Non vorrete non far posto a un senatore così bello”, ammicca il presidente Silvio Berlusconi, pigiando il bottone del suo ascensore, pieno di belle ragazze, un po’ intimidite dalla comparsa del premier sul pianerottolo del piano nobile di Palazzo Grazioli. Le ragazze sorridono timide e fanno posto in mezzo a loro a Enrico Musso, il senatore ribelle, l’undicesimo che sta per lasciare la Pdl a Palazzo Madama e che si sta congedando dal Cavaliere “ a le nueve de la tarde”, dopo un lungo, affabile ma definitivo colloquio con il “suo” premier.

Finisce così la storia del quarantottenne senatore genovese, scelto da Berlusconi & Scajola, nell’inverno del 2007 per dare l’assalto al Comune di Genova, perso per poco, poi senatore nel 2008 e oggi gran dissidente e finisce la storia del suo rapporto con quel partito che si chiamava Forza Italia, poi è diventato il Popolo delle Libertà , dopo il salto sul predellino e ora chissà cosa sarà. Finisce con l’ascensore che scende verso il grande atrio del palazzo ombelicale del potere berlusconiano, le ragazze un po’ squittenti ed eccitate per avere visto da un metro di distanza il Cavaliere, loro augusto inquilino e Enrico Musso che torna a Genova, di corsa verso Fiumicino, poi il volo di 45 minuti in cui matura la sua decisione. Addio Berlusconi, addio PDL, mi iscrivo al Gruppo misto, resto in Senato per non provocare il pandemonio di una discussione lacerante e di un voto segreto sulle  dimissioni che sconsigliano gli stessi uomini del Cavaliere, il vice capogruppo Quagliarello in testa.

La decisione dell’undicesimo ribelle di Palazzo Madama avrà il suo peso frazionato tra i 37 deputati e gli undici senatori in uscita, in una Roma ribollente degli umori bassi di un impero che si sbriciola, ma a Genova quel peso diventa come un macigno che piomba nel lago di una politica scajolata a Destra dal blak out del ministro di Imperia, che lui altro che tradirlo o lasciarlo sulla porta di un ascensore con quattro belle ragazze, a Genova e Imperia Scajola lo stanno colpendo forse in modo definitivo e anche gli atti di vigliaccheria pura di cui è vittima sono sintomi di un potere che fu.

Tempesta a destra e, a sinistra, la bandiera calante di una alleanza blindata, che, a due anni dalle prossime elezioni comunali, è solo terrorizzata da un problema : ricandidare o no la sindaco Marta Vincenzi, che naviga sulla onda di una schiuma esibizionistica oramai travolgente, niente affatto controbbilanciata dai fatti, dalle realizzazioni.

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