Miracolo a Palermo: tutor pagati più numerosi degli operai inventati

Diego Cammarata, sindaco di Palermo (foto Lapresse)

PALERMO – Sei un pregiudicato,  non sei stato capace di superare il concorso per essere stabilizzato, sei troppo in là con gli anni per essere assunto? Nessun problema: farai l’operaio che aggiusta il fiume. Sei un avvocato disoccupato, un criminologo senza crimini da analizzare, uno psicologo senza pazienti? Anche in questo caso nessun problema. Farai il “tutor” dell’operaio che aggiusta il fiume. Ci pensa il comune di Palermo ad assumere tutti, trasformando magicamente i primi in operai addetti alla bonifica di un fiume e i secondi in tutor pronti a vigilare e a guidare la bonifica del fiume stesso. Una quarantina gli operai e, meraviglia delle meraviglie, una decina in più i tutor. E non si dica poi che gli operai sono lasciati soli.

Questo si è inventata la giostra pazza del precariato siciliano per offrire un salvagente a due diverse truppe di mancati vincitori alle precendi lotterie dello stipendio pubblico: gli operai, gli unici emarginati dalla stabilizzazione degli oltre seimila Lsu (lavoratori socialmente utili) che hanno fatto di Palermo il Comune che paga più stipendi in Italia, e i tutor, 97 impiegati esclusi dalla mega-assunzione dei 3.200 stagisti «ex Pip» che sono passati in forze tra le braccia di mamma Regione. A trasloco avvenuto sono rimasti a piedi soltanto loro, i perdenti della vecchia società che si chiamava Spo – Servizi per l’occupazione – scatola vuota che oggi ha un solo dipendente che si autopaga lo stipendio.

Ma il Comune di Palermo non è certo solito tirarsi indietro di fronte a situazioni simili. E’ avanzato qualche precario? E perché non inventarsi un bel lavoro ad hoc, tipo la bonifica del fiume Oreto, una sorta di fogna a cielo aperto. Costo? Ottocentomila euro e passa la paura. Soldi gentilmenti offerti dal dipartimento regionale acqua e rifiuti. “Soldi che se non avessimo impegnato entro maggio sarebbero stati ritirati”, si giustifica l’assessore al Bilancio Giuseppe Genco. Non è importante quindi come spendere questi soldi, l’importante è spenderli, e in fretta. L’ammissione non è nemmeno troppo velata e allora via con una delibera allestita in fretta per recuperare i quaranta Lsu “non stabilizzabili” e gli amministrativi orfani di uno stipendio. E pazienza se i novelli operai sono, come detto, pregiudicati, anziani o incapaci di superare un test, pazienza se non sanno nulla di bonifica loro come i loro tutor. Tutor tutti diplomati o laureati, non sapranno bonificare un fiume ma, visto che da cosa nasce cosa, magari gli avvocati troveranno nuovi clienti tra gli operai pregiudicati e i criminologi potranno scovare storie interessanti su cui lavorare così come gli psicologi che potranno elargire consigli un po’ a tutti.

Delegato dal sindaco Diego Cammarata, Pdl, a portare al traguardo l’ambizioso progetto l’assessore al Personale, Roberto Clemente, un ex Udc passato nel Pid, il partitino del neo-ministro Saverio Romano. E Clemente ci tiene a sottolineare: “Sia chiaro, non si tratta di una stabilizzazione, ma soltanto dell’opportunità di un lavoro a tempo per un’opera di pubblica utilità. Non voglio neanche sentire parlare di formazione di nuovo precariato”. E che opportunità, per i lavoratori e per il fiume: quattro mesi di contratto o poco più, utilissimi per pagare le ferie dei più fortunati o per aiutare i più in difficoltà del gruppo, ma assolutamente inutili a ripulire l’Oreto. Viste le condizioni del fiumiciattolo servirebbe ben altro per bonificarlo, non certo una strana accozzaglia di “trombati” che potranno, al massimo, raccogliere le buste di plastica e un altro po’ di spazzatura accumulatasi lì negli anni. Ottocentomila euro spesi quindi per raccogliere un po’ di spazzatura. Più che un investimento per portare a nuova vita il fiume sembra un gettone per portare un po’ di voti al sindaco e compagni. Tanto paga lo Stato.

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