X

Palestina, Camera vota sul riconoscimento: maggioranza spaccata

di Maria Elena Perrero |27 Febbraio 2015 12:48

Paolo Gentiloni, ministro degli Esteri

ROMA – La Camera vota il riconoscimento dello Stato della Palestina. E la maggioranza si spacca. Da un lato la mozione del Pd, che potrebbe essere appoggiata anche da Sel, che chiede più esplicitamente il riconoscimento di uno Stato palestinese, dall’altro la mozione di Ncd-Area Popolare e Scelta Civica che non prevede espressamente il riconoscimento diretto della Palestina, ma lo subordina alla “raggiungimento di una intesa politica tra Hamas e al Fatah attraverso il riconoscimento dello Stato d’Israele e l’abbandono della violenza”.

Il governo ha dato il placet ad entrambe le mozioni, ma la minoranza di sinistra del Pd non ha gradito. E la maggioranza rischia di spaccarsi alla Camera.

Per il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, 

“c’è il diritto dei palestinesi a un loro Stato e il diritto dello Stato di Israele a vivere in sicurezza di fronte a chi per statuto vorrebbe cancellarne l’esistenza. In questo quadro il governo valuta favorevolmente l’impulso parlamentare a promuovere il riconoscimento di uno Stato palestinese e a fare tutti gli sforzi per riprendere il negoziato tra le parti. La soluzione di fronte a quella crisi è la soluzione dei due Stati, per la quale la comunità internazionale si pronuncia da tempo, il che vuole dire il diritto dei palestinesi a un loro Stato e il diritto dello Stato di Israele a vivere in sicurezza, di fronte a chi vorrebbe addirittura per statuto vorrebbe cancellarne la stessa esistenza”.

Ad oggi sono ancora molti i Paesi europei che non hanno ancora riconosciuto lo Stato di Palestina. Nemmeno gli Stati Uniti, storici alleati di Israele, lo hanno riconosciuto. Quelli che hanno accettato ufficialmente i due Stati sono 135 in tutto il mondo. L’ultimo è stato la Svezia, che ha annunciato l’apertura di un’ambasciata palestinese a Stoccolma. In molti Paesi europei, tra cui Francia, Regno Unito e Spagna, sono passati voti parlamentari non vincolanti per i governi, che hanno comunque provocato le proteste di Israele.

 

Scelti per te