ROMA, 16 NOV – La prima donna ministro (qui la lista completa dei nuovi ministri) della Giustizia nella storia della Repubblica italiana è uno dei più noti avvocati penalisti. Sessantatre anni, napoletana, Paola Severino arriva al dicastero di Via Arenula con un curriculum di peso: prorettore vicario dell’Università Luiss Guido Carli, professore ordinario di diritto penale presso la stessa Università della Confindustria e, soprattutto, avvocato di clienti ‘illustri’.
Ha difeso, tra gli altri, Romano Prodi nel processo sulla vendita della Cirio, il legale della Fininvest Giovanni Acampora nel processo Imi-Sir, Francesco Gaetano Caltagirone nell’inchiesta di Perugia su Enimont, Cesare Geronzi per il crac della Cirio, l’ex segretario generale del Quirinale Gaetano Gifuni nell’indagine sui fondi per la gestione della tenuta di Castelporziano. Ha lavorato nello studio di Giovanni Maria Flick prima che il professore fosse nominato Guardasigilli del governo Prodi, ha rappresentato l’Unione delle comunità ebraiche nel processo al nazista Erich Priebke, e tra le società-colosso alle quali ha dato assistenza legale ci sono Eni e Telecom.
Paola Severino si è laureata in Giurisprudenza all’Università di Roma La Sapienza nel 1971. Gli inizi della sua carriera universitaria sono al Cnr, vincitrice di una borsa di studio dal ’72 al ’75. Dal ’75 all’87 ricopre l’incarico di assistente ordinario presso la seconda cattedra di diritto penale dell’Università La Sapienza. Poi il trasferimento all’ateneo di Perugia come professore ordinario di diritto penale commerciale alla facoltà di Economia.
È titolare dell’insegnamento di diritto penale alla Scuola ufficiali carabinieri di Roma. Dal 30 luglio 1997 al 30 luglio del 2001 è stata – prima donna in assoluto anche in questo caso – vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura militare. Proprio mentre rivestiva quell’incarico ha vinto la classifica dei manager pubblici più ricchi: nel 1998 dichiarò infatti un reddito da 3,3 miliardi di vecchie lire.