Flores D’Arcais ai seguaci di Beppe Grillo: scissione autolesionistica indecenza

Flores D’Arcais ai seguaci di Beppe Grillo: scissione autolesionistica indecenza
Paolo Flores D’Arcais ai seguaci di Beppe Grillo: “State uniti, scissione indecente”

“Quattro proposte ai parlamentari M5S di incontro con la società civile”

è il titolo di un appello lanciato on line ai militanti del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo da Paolo Flores D’Arcais, direttore di Micromega.

Paolo Flores D’Arcais è da tempo acceso sostenitore di Beppe Grillo e spesso ha manifestato la sua fascinazione anche a quattro mani con Barbara Spinelli, in un caso di recidiva che ricorda l’indulgenza con cui gli esponenti della borghesia italiana, da cui sia Flores sia Spinelli vengono, trattavano le intemperanze di Benito Mussolini prima della marcia su Roma.

L’appello è preceduto da quattro righe in cui si parla di Flores, che di Micromega è direttore, in terza persona, come fanno i bambini e quelli che si sentono semidei:

“Il direttore di MicroMega invita i parlamentari del M5S al dialogo e a all’azione comune con le tante realtà della società civile che da anni combattono le stesse battaglie. E propone di avviare questo confronto con una serie di seminari su quattro temi: riforme e ineleggibilità di B., legalità, informazione e diseguaglianza”.

Segue il testo, firmato Paolo Flores D’Arcais (in neretto). L’appello è stato lanciato prima della assemblea dei parlamentari di Beppe Grillo e anche se fa riferimento alla delicata scadenza guarda oltre e è comunque di grande attualità, anche se i senatori e i deputati del Movimento 5 Stelle non gli hanno dato retta per quanto riguarda il caso di Adele Gambaro, la cui espulsione è stata votata lunedì sera dagli stati generali dei parlamentari grillini e che Flores D’Arcais definisce

“autolesonistica indecenza”.

Resta più che valida infatti la parte dell’appello di Paolo Flores d’Arcais in cui i seguaci di Beppe Grillo sono esortati a restare uniti, a non mettere in atto alcuna scissione:

“Non sono un tifoso dell’unità a tutti i costi, anzi nella mia vita di impegno politico e civile sono sono sempre stato piuttosto “divisivo”, come si dice oggi, perché gli appelli all’unità sono spesso l’arma con cui i vertici pretendono conformismo (sono stato espulso dal Pci nel 1967, dopo appena tre anni che mi ero iscritto, per aver difeso due dissidenti polacchi, e aver ricordato i crimini di Togliatti contro anarchici e trozkisti durante la guerra di Spagna).

“Credo però che chi oggi operasse divisioni nel movimento che ci rappresenta in Parlamento, tradirebbe il mandato che vi abbiamo affidato. Sia chiaro: la responsabilità della rottura sarà di chi decidesse che il dissenso è un tabù, che Grillo non può essere criticato (come chiunque: anche duramente e soprattutto anche a torto), e desse vita alla sarabanda delle espulsioni (siatene certi: una tira l’altra, come le ciliege).

[…]

“Avete davanti a voi possibilità enormi di azione, potenzialità crescenti di consensi, basta che la smettiate con queste malinconiche fissazioni autoreferenziali e queste pericolose pulsioni a temere la libera espressione delle opinioni.

“Cercate piuttosto il dialogo, il confronto, l’elaborazione e soprattutto l’azione comune con le tante, tantissime realtà della società civile che da anni, spesso da decenni, ancor prima che nascesse il M5S e talvolta ancor prima che nascessero anche anagraficamente molti di voi, combattono quegli stessi nemici che avete deciso di combattere: la politica come corruzione e privilegio, e al suo posto la necessità che smetta di essere un mestiere e una carriera per divenire un bricolage civico”.

Segue la proposta di una serie di

“seminari tematici nei quali consentire ai parlamentari del M5S (che Grillo definisce addirittura i “dipendenti” di coloro che li hanno votati) e a queste personalità ed esponenti di movimenti e di lotte, di discutere insieme, approfondendo i problemi e individuando obiettivi e modi efficaci per raggiungerli”.

I temi:

(1) Riforma istituzionale ed elettorale, e ineleggibilità di Berlusconi.

(2) Politiche di legalità: lotta alle mafie e all’intreccio corruttivo con politica e affari.

(3) Libertà e imparzialità dell’informazione: tutte le misure necessarie (e quelle da evitare) sia in campo radiotelevisivo che della carta stampata.

(4) Salario di cittadinanza e altre misure sociali per ridurre la crescita smisurata delle diseguaglianza”.

 

 

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