Papa Francesco: "Accogliere i migranti a braccia aperte". Salvini: "Con che soldi? Dove?" Papa Francesco: "Accogliere i migranti a braccia aperte". Salvini: "Con che soldi? Dove?"

Papa Francesco: “Accogliere i migranti a braccia aperte”. Salvini: “Con che soldi? Dove?”

Papa Francesco: "Accogliere i migranti a braccia aperte". Salvini: "Con che soldi? Dove?"
Papa Francesco: “Accogliere i migranti a braccia aperte”. Salvini: “Con che soldi? Dove?” (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Papa Francesco invita ad accogliere i migranti “a braccia aperte”. E la risposta di Matteo Salvini su Facebook non si fa attendere:

Il Papa: “Accogliamo i migranti a braccia aperte”.
Mah…..
Tutti? Dove? Con che soldi? In quali case?
Con tutto il rispetto, da cattolico anche se peccatore, ammirando l’insostituibile lavoro di oratori e missionari, per me vale il principio “Libera Chiesa in Libero Stato”.
Sbaglio?

Accogliamo i migranti “con le braccia aperte proprio così, come era? Con le braccia bene aperte. Così, quando le braccia sono ben aperte, sono pronte a un abbraccio sincero, a un abbraccio affettuoso, a un abbraccio avvolgente, un po’ come questo colonnato di Piazza San Pietro, che rappresenta la Chiesa madre che abbraccia tutti nella condivisione del viaggio comune”. Il Papa ha fatto un “appello” senza equivoci alla accoglienza, e in particolare ha sostenuto il lancio della campagna di Caritas Internationalis, “Condividiamo il viaggio”.

“Do il benvenuto – ha detto ancora papa Francesco davanti a oltre ventimila persone radunate in piazza San Pietro per l’udienza generale – anche ai rappresentanti di tante organizzazioni della società civile impegnate nell’assistenza a migranti e rifugiati che, assieme alla Caritas, hanno dato il loro sostegno alla raccolta di firme per una nuova legge migratoria più attinente al contesto attuale, siate tutti benvenuti”. “Con il vostro impegno quotidiano, – ha proseguito – voi ci ricordate che Cristo stesso ci chiede di accogliere i nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati con le braccia aperte”. La Campagna intende sensibilizzare, a partire dalle realtà più piccole per arrivare alle società nel loro insieme, a “incontrare l’altro, non averne paura, vederlo come un fratello”.

Un migliaio di persone coinvolte del progetto hanno partecipato all’udienza del Papa e lo hanno salutato alla fine; erano guidati dal cardinale Luis Tagle, presidente di Caritas internationalis, che ha poi illustrato la Campagna ai giornalisti, insieme con suor Norma Pimentel, che dirige la Caritas al confine tra Stati Uniti e Messico, Bekele Moges, direttore di Caritas Etiopia e Alfonso Apicella, responsabile per la Campagna in Italia. “Faremo – ha riferito quest’ultimo – iniziative nelle scuole, nelle famiglie e nelle parrocchie, per creare opportunità di incontro”. “La raccolta di firme per una nuova legge migratoria più attinente al contesto attuale” citata dal Papa nel suo appello per i migranti, ha invece spiegato ai giornalisti Oliviero Forti, responsabile dell’ufficio immigrazione di Caritas italiana, si spera dia frutti “non nella attuale, magari nella prossima legislatura”.

“Questa legge migratoria – ha spiegato Forti – sconta dei ritardi che vorremmo recuperare, grazie a una azione di sensibilizzazione”. “Non abbiate paura, non chiudete le porte”. “Ogni migrante può dare un contributo alla comunità che lo accoglie” è invece quanto il card. Tagle si sente di dire “ai leader di paesi – gli era stato chiesto – come gli Stati Uniti, o la Germania, dove correnti xenofobe invitano alla correzione delle politiche migratorie”. “Ognuno – ha aggiunto Tagle – arricchisce la comunità che lo accoglie: guardate me, mio nonno era un cinese senza un soldo, poverissimo, che mai avrebbe pensato che suo nipote sarebbe diventato un cardinale”.

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