CITTA’ DEL VATICANO- In troppi lavorano in nero. E spesso questo lavoro nero è coperto da commercialisti attenti più “al proprio interesse” che al bene comune. Papa Francesco riceve i commercialisti e senza girarci troppo intorno li esorta a non aiutare chi imbroglia sulle tasse.
Nell’attuale contesto socio-economico, spiega il Pontefice
“è più forte la tentazione di difendere il proprio interesse senza preoccuparsi del bene comune, senza badare troppo alla giustizia e alla legalità”.
Aiutare la gente nel disbrigo delle questioni economiche, come fanno i commercialisti, significa secondo il Papa ricordare che “dietro ogni carta c’è una storia, ci sono dei volti”.
Ai commercialisti Francesco chiede uno sforzo, quello di
“andare oltre, che significa andare incontro alla persona in difficoltà, esercitare quella creatività che ti permette di trovare soluzioni in situazioni bloccate, far valere le ragioni della dignità umana di fronte alle rigidità della burocrazia”.
Il Papa torna a parlare della questione lavoro che si impone “in maniera pressante”. Sottolinea la “realtà drammatica” dei precari e di chi ha perso il lavoro. Evidenzia poi la condizione di chi, soprattutto immigrati, sono “costretti a lavorare in nero” senza “le più elementari garanzie”.
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