Donne in politica: l’Italia solo cinquantacinquesima

L’Italia si trova appena al cinquntacinquesimo posto nella classifica mondiale delle nazioni con la più alta rappresentanza parlamentare femminile. Lo rivela un’inchiesta pubblicata sul numero di giugno del magazine free press Pocket, basata su dati dell’Inter-Parliamentary Union.

La classifica prende in esame la Camera bassa di ogni Parlamento nazionale. Al primo posto è capeggiata, a sorpresa, dal Ruanda con il 56,3 per cento di donne-deputate, mentre l’Italia supera di poco il 21 per cento.

Tra le nazioni con oltre il 40 per cento di rappresentanza femminile figurano Svezia, Sud Africa, Cuba, Islanda, Olanda e Finlandia. L’Italia recupera comunque più di venti posizioni rispetto al 2005, quando occupava la 76 posizione, con una percentuale di donne a Montecitorio appena superiore all’11 per cento.

Situazione disastrosa invece sul fronte delle rappresentanti nazionali elette al Parlamento Europeo: su 27 Paesi l’Italia è quartultima. Peggio di noi solo la Polonia, la Repubblica Ceca e Malta (che comunque ha appena 5 parlamentari).

A guidare la classifica “rosa” di Bruxelles c’è la Finlandia, con le donne che occupano il 61 per cento dei posti destinati alla nazione, seguita da Svezia ed Estonia, entrambe sopra la soglia del 50 per cento.

Quanto alla storia dei governi della Repubblica Italiana, dal 1976 (anno in cui Tina Anselmi ottenne il dicastero del Lavoro) ad oggi, le donne a cui è stata affidata la guida di un ministero sono appena 25. Per alcune di loro, comunque, l’incarico è stato reiterato più volte: in questo modo le donne-ministro diventano 53, circa il 7 per cento del totale.

Il record di rappresentanza femminile nella compagine ministeriale spetta ai due governi D’Alema e al secondo Prodi, con una percentuale superiore al 20 per cento.

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