Parma, Grillo contestato dalle famiglie: “Asili e materne, tariffe alle stelle”

Pubblicato il 4 Febbraio 2013 - 08:55| Aggiornato il 24 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

PARMA – Quando Beppe Grillo è salito sul palco di Parma, città “amica” perché amministrata dal sindaco 5 Stelle Federico Pizzarotti, forse non si aspettava di vedere fra le oltre 4mila persone corse a vederlo anche un centinaio di genitori imbufaliti armati di striscioni e passeggini vuoti.

Il fatto è che il 5Stelle Pizzarotti, dovendo far cassa per ripianare un debito comunale non da poco, ha fatto quello che qualsiasi politico avrebbe fatto: ha aumentato le tariffe, nella fattispecie quelle di asili e scuole materne. Un centinaio di aderenti al Comitato Famiglie Parma hanno contestano in piazza la decisione dell’amministrazione Pizzarotti di alzare le tariffe di asili nido e materne e di cancellare il quoziente Parma che permetteva sconti ai nuclei con più figli. A loro, che hanno esposto uno striscione (‘Asili e materne tariffe alle stelle’), Beppe Grillo ha risposto dal palco che Pizzarotti non è come tutti gli altri politici, ma è una sorta di Robin Hodd che “ha aumentato le rette ai più ricchi per aiutare le famiglie più povere. In passato invece di aiutare le scuole hanno fatto un ponte del…”.

Giuliana Marcon, portavoce del comitato, ha raccontato qualcos’altro però: ”Non è vero che gli aumenti hanno colpito solo le famiglie più ricche: una famiglia con reddito Isee di 32.000 euro, cioè tutte quelle dove lavorano marito e moglie ed ha un casa di proprietà, dovrà pagare per due figli al nido 1.300 euro al mese. Ci sono delle famiglie numerose che vista poi la cancellazione del quoziente Parma sono già state costrette a togliere uno dei propri figli dal nido perché non se lo possono più permettere”.

Il 60% delle famiglie di Parma ha votato Pizzarotti – ha aggiunto Alfredo Caltabiano, del comitato nazionale delle famiglie numerose – Abbiamo il diritto di fare sentire la nostra voce. Vogliamo parlare con Grillo per fargli presente che il quoziente Parma è equo, il contrario di quanto dice il comune di Parma che lo ha tolto”.