PARMA – Inceneritore pronto senza passare sul cadavere di Pizzarotti. Ultime parole famose: “L’inceneritore qui non lo faranno mai, e se lo faranno dovranno passare sul cadavere di Pizzarotti“. Era il 2012, Beppe Grillo stava conducendo trionfalmente la campagna di Parma, di lì a poco primo e unico capoluogo d’Italia dove sventola la bandiera a 5 Stelle. 28 agosto 2013: solo poche ore ancora e il camino principale dell’inceneritore comincerà a fumare, senza che per questo il sindaco grillino Federico Pizzarotti debba preoccuparsi su che fine farà il suo prezioso cadavere. Niente ceneri, né tanto meno riciclo green e riconvertito.
Perderà giusto un po’ la faccia, avendo perso però, tutta la guerra. L’esecrato, “maledetto” inceneritore, uno dei 7 emiliani e 50 diffusi nella penisola, costruito da Iren, colosso del ciclo dei rifiuti partecipato da regioni e enti locali del Nord e quindi da Pd e Pdl, è pronto, alla faccia, sembrerebbe, della tenacia, della abnegazione e, in ultimo, della propaganda 5 Stelle.
“Oggettivamente, per noi è una sconfitta”, ammette il capogruppo in Consiglio comunale Marco Bosi, “perché è una delle tre questioni, con l’onestà e il debito comunale, su cui avevamo vinto le elezioni. Ma l’opinione pubblica ci riconosce di aver fatto il possibile”. Si vedrà alle prossime elezioni, magari quando la Iren, che ha vinto tutti i ricorsi immaginabili, presenterà il conto danni, stimati in non meno di 18 milioni. Considerando che un mese fa ha mollato l’assessore al bilancio Gino Cappelli (vuole anche fare il suo lavoro giustamente) bisognerà per ora accontentarsi dell’onestà.
L’ultimo tentativo di Pizzarotti, che fino alla fine contava sull’azione interdittiva di Procura e Cassazione, è stato a luglio il diniego del certificato di agibilità dell’inceneritore, bloccando le prove per quasi due mesi. Da quando si è insediato Pizzarotti, e i lavori per la costruzione dell’inceneritore erano giunti al 70%, inchieste, sequestri, ritardi e stop hanno fallito l’obiettivo.
Che all’inizio erano davvero ambiziosi come quello della riconversione dell’inceneritore sulla base di un progetto olandese sbandierato in campagna elettorale o quella di bandire una gara per un impianto alternativo senza combustione. Unico e non trascurabile risultato raggiunto da Pizzarotti è di aver conservato il suo di corpo non solo politico, certo al prezzo del’inumazione degli slogan di Beppe Grillo in vista di una futura esposizione dei mostri retorici da da far vedere alle scolaresche.
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