Parma nuovo “teatro di guerra”? L’esercito arriva in città

Da questa mattina Parma è sorvegliata dai militari dell’Esercito. La minipattuglia è composta da due soldati accompagnati da un carabiniere o un poliziotto. L’esercito ha funzioni di pubblica sicurezza e non di polizia giudiziaria, per cui il loro compito è quello di controllare la città senza possibilità di condurre indagini.

L’iniziativa si inserisce nel progetto di sicurezza avviato dal Governo “Strade sicure”, che prevede l’invio dell’esercito anche in altre 48 città italiane. La decisione è stata accolta con favore dal sindaco Pietro Vignali, dalla maggioranza del Consiglio comunale e dai presidenti dei quartieri interessati, sollevando però critiche dall’opposizione e dagli stessi sindacati della polizia.

Per il capogruppo del Pd Giorgio Pagliari il progetto si ispira ad una logica leghista. Per il il Siulp – il sindacato unitario dei lavoratori di polizia – si tratta di un’incongruenza da parte delle istituzioni: «Gli stessi amministratori della città hanno sempre parlato di Parma come un’isola felice mentre oggi appare un nuovo “teatro di guerra”». Lino Elia segretario generale del Siulp, ricorda come il sindacato venne «denigrato e intimidito» quando denunciò la scarsità di risorse della polizia e chiese trasparenza sui costi dell’operazione militari a Parma.

I cittadini di Parma sono per lo più perplessi: c’è chi si augura che un maggior controllo sul territorio possa rendere la città più sicura, chi teme la militarizzazione di una città prevalentemente tranquilla.

Al di là delle polemiche, oggi i militari sono scesi nelle strade di Parma, nelle zone più esposte a microcriminalità, prostituzione e spaccio. I quartieri interessati sono l’Oltretorrente, il San Leonardo, la zona del Barilla center, via Garibaldi, piazzale della Pace. Nessun posto di blocco è previsto, e nessun piantonamento per i militari dell’esercito. A loro spetterà camminare e supervisionare il territorio e intervenire in caso di necessità.

*Scuola di Giornalismo Luiss

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