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Dopo Malinconico, De Lise imbarazza il governo: “Nella cricca Balducci”

di luiss_smorgana |12 Gennaio 2012 12:03

Pasquale De Lise (Lapresse)

ROMA – Il 28 dicembre scorso, su proposta di Corrado Passera, il Consiglio dei ministri, ha dato l’ok alla nomina di Pasquale De Lise a capo dell’Agenzia per le infrastrutture e le autostrade. Magistrato da cinquant’anni e presidente del Consiglio di Stato dal giugno 2010, De Lise fa ora imbarazzare il governo austero di Mario Monti.

Dopo Carlo Malinconico e le vacanze pagate “a sua insaputa”, Filippo Patroni Griffi e la casa al Colosseo a prezzo stracciato, adesso c’è lui, considerato “amico di Angelo Balducci” (ex braccio destro di Guido Bertolaso), stando a quanto scrive il quotidiano Repubblica. Le cronache e i retroscena dei quotidiani da mesi raccontano del suo ruolo di consultore di Propaganda Fide, il suo nome spunta in diverse intercettazioni con Balducci nell’inchiesta sulla cosiddetta “cricca” dei Grandi Eventi.

De Lise avrebbe gestito insieme a Balducci le case di Propaganda Fide, quelle del Vaticano amministrate dal Cardinal Terenzio Sepe, come era già emerso nel giugno scorso.

Carlo Bonini su Repubblica scrive parlando di De Lise: “Suo genero, Patrizio Leozappa, è avvocato amministrativista ed è di casa negli uffici di Balducci (nel 2009, si occupa delle proprietà dei figli) e Diego Anemone, che a lui passano clienti di “riguardo”. Come quell’Emiliano Cerasi che, nel 2008, appoggiato dalla “cricca”, si trova a resistere, di fronte al Tar del Lazio (presieduto in quel momento da De Lise), al ricorso presentato dal costruttore Valerio Carducci contro l’opaca aggiudicazione dell’appalto del teatro della Musica di Firenze (Carducci soccombe in una prima pronuncia che lo stesso Tar ribalterà due anni dopo, quando De Lise non ne è più presidente). Già, con De Lise, il giro Balducci-Anemone e la struttura della Ferratella hanno sempre fortuna. Un esempio? Il 12 ottobre 2009, il magistrato fa sapere a Balducci di aver depositato un’ordinanza che respinge il ricorso di “Italia Nostra” per l’annullamento della sanatoria delle violazioni urbanistiche e amministrative relative alle opere per i Mondiali di Nuoto di Roma del 2008 (ne ha beneficiato anche il “Salaria sport village” di Anemone)”.

“Io – gli dice – ti avevo mandato un “segnale””. E nove giorni dopo, al telefono, sempre con Balducci, si compiace: “Ero al circolo Aniene, c’era anche Giovanni Malagò. Ho fatto un accenno alle piscine. Ho avuto applausi a scena aperta”. Quelle piscine e le violazioni che le hanno accompagnate – lo sanno tutti, anche Palazzo Chigi – sono diventate oggetto di un processo penale in corso a Roma. Ma questo non deve avere gran peso sulla “accountability” di De Lise”.

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