Passante di Mestre/ L’Anas apre un’inchiesta e chiede un piano per il prossimo week end, da bollino nero. Associazioni dei consumatori sul piede di guerra. Matteoli: “Ci voleva più organizzazione”

RO010709POL_0005Il giorno dopo l’incubo del Passante di Mestre, in cui migliaia di persone sono state inchiodate sull’autostrada per ore in oltre 30 km di fila, si tirano le somme di un week end nero e si ragiona su come evitare che il prossimo, quello dell’8 agosto, sia ancora peggio.

L’Anas ha chiesto all’Ispettorato Vigilanza un’immediata verifica su ciò che è accaduto e ha dato disposizioni alle società concessionarie di sviluppare un piano per la ripartizione del traffico tra Passante e Tangenziale di Mestre e di migliorare le indicazioni per i turisti e gli utenti. E per questo ha convocato lunedì le tre società concessionarie che gestiscono la tratta autostradale interessata (Cav, Venezia-Padova, Autovie Venete) presso la sede di Venezia dell’Ispettorato Vigilanza Concessionarie Autostradali dell’Anas.

Dalle verifiche fatte finora sempre che le motivazioni per cui il Passante sabato sia andato in tilt sono tre: prima di tutto per il picco di traffico raggiunto con la coincidenza delle grandi partenze per l’esodo estivo e la fine del mese; secondo poi per l’effetto “‘novità” del Passante di Mestre, che ha attirato il traffico sulla nuova autostrada e ha confuso molti turisti, non abituati ad utilizzare il Passante e, infine, alla circostanza che fino allo scorso anno le barriere sulla Tangenziale determinavano anche una regolazione impropria del traffico, il cui deflusso veniva automaticamente rallentato.

Per l’Anas l’esperienza di ieri conferma, «in ogni caso, la necessità e l’urgenza di realizzare la terza corsia dell’A4 Venezia-Trieste».

Intanto sono in tanti gli automobilisti pronti a presentare ricorsi e richieste di danni e hanno già contattato le associazioni di consumatori che dal Codacons ad Altroconsumo e Associazione Consumatori Italiani stanno valutando il da farsi.

«Inchiesta o meno noi comunque ci muoviamo subito», dice Pierre Orsoni di Telefono blu che invita gli automobilisti a presentare ricorsi alla società autostradale e mandarli in copia all’associazione. «Raccogliamo il tutto e poi a settembre le presenteremo davanti al giudice di pace». Forti di un precedente. A Bolzano infatti nel 2007 un giudice di pace riconobbe 200 euro di risarcimento ad un automobilista che aveva perso un appuntamento di lavoro importante essendo rimasto incastrato nel traffico in seguito alla mancata segnalazione di code all’entrata dell’autostrada.

In effetti mentre il passante di Mestre era paralizzato, e paradossalmente la vecchia tangenziale di Mestre deserta, sui pannelli luminosi dell’autostrada invece di apparire annunci che spiegavano la situazione c’erano scritte come «consultate il sito della società autostrade» o «Un incidente su due è dovuto alla distrazione».

Cresce intanto la polemica anche tra Anas, che ha avviato un’indagine considerandola “un atto dovuto” per capire i motivi del blocco chilometrico, e il presidente della regione Veneto. Giancarlo Galan giudica infatti l’inchiesta una «patetica sceneggiata perché se fossero atti dovuti, con quello che accade tutte giorni nel traffico in Italia dovrebbero essercene una valanga».

Sulla stessa linea il presidente della regione Friuli Venezia Giulia e commissario per la terza corsia della A4, Renzo Tondo, che polemizza con l’Anas: «Non colgo il senso dell’inchiesta, è evidente che il problema sta nella terza corsia della A4 ancora fare».

A commentare l’accaduto è anche il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, che sottolinea: «Bisognava che i concessionari interagissero con l’Anas. Capisco che i concessionari hanno a cuore di far passare tutti sulle loro autostrade però alla fine, quando succedono certe cose, sono tutti a non farci una bella figura».

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