CERNOBBIO (COMO) – ”La bolletta per gli italiani è troppo alta”, ha sottolineato il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, e per il governo ”è un lavoro sia a breve che a medio periodo. ”Dopo i tre decreti la prima cosa che abbiamo preso in mano è il tema dell’energia”, ha detto ricordando ”lo svantaggio competitivo del Paese” e ”le iniziative prese in sede di liberalizzazione”.
”Poi c’è il tema delle rinnovabili – ha detto – è importante abbiamo obiettivi europei che intendiamo raggiungere e superare però dobbiamo farlo bene, non come è stato fatto in parte in questi anni, in cui sono stati impegnati troppi soldi delle famiglie e delle imprese. Nel fotovoltaico che vogliamo continuare a sviluppare sono stati impegnati 150 miliardi di soldi delle famiglie per fare un’operazione troppo accelerata a prezzi troppo alti”.
Venerdì la decisione dell’Autorità di aumentare le bollette. Dal primo aprile le tariffe del gas aumenteranno dell’1,8%, per un aggravio di 22 euro per una famiglia tipo, e quelle dell’energia elettrica del 5,8%, con una maggiore spesa annua di 27 euro. Lo ha deciso l’autorita’ per l’Energia Elettrica e il Gas. A partire dal mese di maggio, poi, scattera’ l’ulteriore aumento del 4% delle bollette elettriche ‘sospeso’ dall’Autorita’ per dare un ”segnale, chiaro e concreto” ai decisori in materia di politica energetica. L’aggiornamento del 5,8%, infatti, non comprende quello per gli incentivi diretti alle fonti rinnovabili e assimilate, vale a dire la componente A3.
Gli aggiornamenti dell’Autorita’ coincidono con la definizione dei decreti ministeriali relativi alle rinnovabili: quello per le fonti non fotovoltaiche e quello per il cosiddetto Quinto conto energia, che riguarda invece anche il fotovoltaico. Tornando agli aumenti che scattano da lunedi’, l’aumento del 5,8% per la luce deriva sostanzialmente dagli incrementi del petrolio, dai maggiori costi per il mantenimento in equilibrio del sistema e dall’andamento della borsa elettrica sia per effetto dell’emergenza freddo di febbraio sia in una visione prospettica. Il petrolio e’ infatti cresciuto dell’8,5% solo nell’ultimo trimestre e del 37,5% rispetto alla fine del 2010, mentre il contestuale deprezzamento dell’euro ha spinto i prezzi a picchi storici finora mai raggiunti (97,74 il 13 marzo).