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Passera: “Non un’altra manovra”. Sulle liberalizzazioni non finisce qua

di Daniela Lauria |18 Dicembre 2011 20:18

ROMA – “Non c’è nessuna altra manovra in arrivo”. È quanto ha precisato il ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, nel corso della trasmissione Che tempo che fa condotta da Fabio Fazio e in onda questa sera su Raitre. Sollecitato dal giornalsita a rispondere a quanto affemato oggi dall’ex ministro Giulio Tremonti, Passera ha spiegato che “c’è stata la manovra, c’è stato il piano Monti di salvataggio per bloccare l’impatto di Grecia due e adesso tutti i pezzi del Paese devono muoversi, dalla giustizia allo sviluppo, all’istruzione, per cercare di finanziare con le cose che si possono trovare in quei settori”.

“Non è che il governo – ha aggiunto – funzioni solo di manovre”. Il ministro dello Sviluppo Corrado Passera ha poi annunciato l’intenzione di vendere le azioni di Intesa Sanpaolo in suo possesso, per risolvere la questione del conflitto di interesse che, a suo giudizio, comunque non c’è. ”Li vendiamo e basta – ha detto – E’ una disgrazia, è sbagliato, ma così ci togliamo il dubbio”.

Poi tornando al decreto salva-Italia ha spiegato: “Nessuno oggi è al sicuro data la situazione mondiale ma con questo piano abbiamo messo in sicurezza l’Italia ed evitato il rischio della Grecia, che era ad un passo, recuperando in credibilità. Prerequisito questo di tutte le altre cose. Adesso – ha aggiunto – mese dopo mese dobbiamo consolidare il piano di rigore che reinneschi la crescita dopo dieci anni di non crescita”.

“Dovremo fare ancora tante cose per il paese e ci sarà bisogno di nuove risorse per l’economia che sta andando male. Per questo bisogna trovare risorse attraverso altre leve come l’evasione fiscale, la riduzione dei costi, l’utilizzo al meglio dei fondi europei”.

Ecco perché torna a puntare su tre obiettivi: frequenze tv, liberalizzazioni e lotta all’evasione. “Verosimilmente non tollereremo” l’assegnazione gratuita delle frequenze tv. Il ministro non ha risposto chiaramente circa l’intenzione di fare un’asta: “può essere una cosa un pò diversa”, ha detto, aggiungendo poi “dobbiamo trovare nuovi modi”. “Penso – ha concluso – che questa cosa debba essere rivista profondamente”.

Sulle opposizioni che hanno trovato le liberalizzazioni, invece, il ministro si è preso “un’arrabbiatura pazzesca”e assicura che “non finisce qua”. “Il caso dei farmacisti – ha detto – è emblematico. Un grande peccato anche per loro, ma ci torniamo”.

Contro l’evasione “l’impegno nostro, non dovendo rendere conto a nessuno, sarà senza pace. Si tratta – ha aggiunto – di 120 miliardi. Di soldi veramente rubati agli altri, da andare a recuperare per consentire di fare investimenti sulla crescita”.

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