Lo scontro fra Corrado Passera e Mario Monti è raccontato con scrupolo cronistico da Francesco Bei su Repubblica. Secondo Bei, Passera ha raccontato ai suoi collaboratori del ministero, quelle tre difficili ore del summit di venerdì 28 da cui è
“uscita sconfitta dalle critiche di Casini e dei rappresentanti di Montezemolo, la sua idea di presentare un’unica lista anche alla Camera”.
Parole di Passera:
“L’ho detto anche ieri chiaramente a tutti i presenti intorno al tavolo. È stata scelta una strada del tutto diversa da quella da me proposta e quindi mi sono tirato fuori”.
Casini ha smentito che ci sia stato uno scontro:
“Passera ha motivazioni da considerare con grandissimo rispetto, è una delle persone che stimo di più”.
Ma qui siamo al festival della bugia e sta di fatto che, racconta Bei, tra Monti e Passera
i contatti sono fermi adue giorni fa.
Dal campo di Monti escono, riferisce Bei,
“voci — magari insinuazioni — più diverse. La più ricorrente delle quali è che Passera, che da mesi lavora riservatamente a un suo network politico di imprenditori e società civile, avesse in mente per sé il ruolo di capo politico della lista Monti. Una sorta di segretario, di «general manager», che evidentemente non corrispondeva affatto ai disegni degli altri protagonisti. In primis Casini e Montezemolo. E forse nemmeno a quelli del numero uno, Mario Monti, che non vede alcuna necessità di avere un numero due al suo fianco. «Passera — riferisce uno dei partecipanti del summit al convento delle suore di Sion — aveva pronta una sua rete da piazzare nella lista unica. Una rete troppo grande».