Il discorso di Pierluigi Bersani, candidato favorito alla segreteria del Pd, ha suscitato reazioni molto positive dopo la conclusione della convention democratica, tenutasi a Roma. Oltre ai suoi convince anche l’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga e il leader della Cgil, Guglielmo Epifani.
«Dall’intervento di Bersani è emerso chiaramente un discorso all’Italia, una proposta politica per costruire l’alternativa a questa destra e cambiare questo paese. È esattamente ciò di cui ha bisogno il Pd e l’Italia. Per questo sono molto soddisfatto di come si è svolta la Convenzione perché qui sta la differenza del progetto politico di Bersani». Ha detto Vasco Errani, presidente della Regione Emilia Romagna.
Per l’onorevole Massimo D’Alema Bersani è vincente:
«Onestamente mi pare che l’unico progetto politico che è stato presentato oggi è quello di Bersani. Per il resto, abbiamo sentito tante osservazioni giuste, qualcuna meno, ma credo che Bersani abbia indicato con molta forza una prospettiva per questo partiti».
D’Alema sostiene con forza l’ex ministro: «Un discorso serio rivolto al Paese anche con una serenità d’animo che lo propone come la personalità attorno a cui riunire questo partito e restituire una funzione forte per il futuro dell’Italia»
Positivi anche i commenti di Ugo Sposetti, deputato del Pd e ex tesoriere dei ds: «Oggi è apparsa evidente a tutti la differenza tra i candidati. Nelle parole di Pier Luigi Bersani – spiega – è possibile ritrovare il senso e il valore della politica, la capacità di parlare al paese, di pensare soluzioni concrete per i cittadini, di unire e di proporre all’Italia l’alternativa di governo che oggi manca. L’Italia è stanca di populismo e vuota propaganda. Per questo – conclude – sono convinto che alle primarie del 25 ottobre i cittadini e le cittadine italiane sapranno valutare e scegliere con giudizio».
Le parole di Bersani hanno convinto anche Matteo Colaninno: «Pier Luigi Bersani ha fatto un discorso di grande credibilità, solidità e competenza, ha presentato un piano di lavoro e strategico per riportare il Pd a contribuire, come alternativa credibile, a migliorare la qualità della democrazia in Italia e a dare delle risposte che i cittadini attendono».
«Quella di oggi è stata una bella giornata per il Pd. Abbiamo ascoltato tre discorsi importanti. Mi ritrovo di più in quello di Pier Luigi Bersani che ha confermato, per i contenuti e per i toni usati, di essere davvero in grado di trasformare il Pd da opposizione in alternativa concreta». Così Enrico Letta sulla Convenzione nazionale del Pd in corso a Roma.
«Quello di Pier Luigi Bersani è stato un discorso rivolto all’Italia sui problemi del Paese, mentre Dario Franceschini ha fatto un comizio domenicale». Così il vicepresidente dei senatori Pd, Nicola Latorre, commenta in una nota gli interventi svolti dai candidati alla segreteria. «Bersani – aggiunge – ha fatto un grande discorso, parlando dell’Italia all’Italia e formulando una proposta politica. Franceschini, invece, ha fatto un discorso che merita rispetto, ma simile a un efficace comizio domenicale».
Alle primarie del 25 ottobre per eleggere il segretario del Partito Democratico, il leader della Cgil Guglielmo Epifani sceglierà Pier Luigi Bersani. Lo ha detto nel corso di una intervista a Sky Tg24. «A parte la consuetudine che abbiamo – ha detto – bisogna dare al Pd un più forte radicamento e penso che Bersani sia la persona giusta per fare questa cosa difficile, ma di cui abbiamo tremendamente bisogno».
Francesco Cossiga afferma che, se votasse alle primarie del Pd (e non lo farà perché è richiesta l’adesione ai “valori” del partito), voterebbe per Pier Luigi Bersani, perché «ne conosco l’onestà politica, la grande esperienza amministrativa e la coerenza culturale e politica. Il giovane Dario Franceschini – aggiunge l’ex capo dello Stato in una nota – è un cattolico militante e un vecchio ‘giovane democristiano’ demitiano che, dato quel che è successo nella storia del nostro Paese, vuol fare dimenticare agli altri ma soprattutto a stesso quel che è stato, atteggiandosi a più laico dei ‘laicisti’ e a più antimoderato de La Destra: un pasticcio».
Secondo Cossiga, «Bersani è stato ed è un comunista, marxista-leninista, ma mai stalinista, se non per quel tanto che si doveva dire di esserlo per militare con lealtà nel grande Pci. Con Bersani segretario – aggiunge – il Pd sarà un chiaro partito socialista di sinistra, aderente in Europa al Pse e sul piano internazionale all’Internazionale Socialista; un partito che possa essere l’alleato del movimento sindacale italiano, dalla Cisl alla Uil, dalla Cgil ai Co.Bas.; partito orgoglioso di essere l’erede del promomovimento socialista dell’800 e del Partito Comunista d’Italia prima e poi del Pci di Gramsci, Togliatti, Secchia, Longo, Natta e Berlinguer; e che guardi come a suo leader morale a Massimo D’Alema, il primo comunista che arrivò alla guida dell’esecutivo e che esercitò con grande dignità e con grande coraggio».
«Anche per la Chiesa italiana – dice ancora Cossiga – una segreteria Bersani darebbe più assicurazioni che non una segreteria Franceschini: il primo, erede del miracolo togliattiano dello stop alla guerra civile religiosa con il voto dei comunisti a favore dell’art. 7, saprebbe trovare una linea compromissoria su i temi ‘eticamente sensibili’, mentre Franceschini, in quanto cattolico e ex-democristiano, per affermare la sua ‘laicita” dovrebbe far dimenticare la sua origine e quindi assumere posizioni da ‘laicista militante’ ».
Infine, secondo Cossiga, «a differenza di un Pd guidato da Franceschini, un Pd guidato da Bersani potrebbe trovare una alleanza tra la sinistra e un centro-sinistra o centro tipo l’Udc o il futuro Grande Centro».
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