Pd. Bersani tra Monti boys e rottamatori del prof: “Sarà utile come Ciampi”

Rottamare l’agenda Monti? Bersani esclude il bis ma pensa al prof come un nuovo Ciampi

ROMA – Da salvatore della Patria a rottamando, la parabola Monti incrocia i destini del Partito Democratico alla curva pericolosa della definizione di programmi e alleanze. Tocca al segretario Bersani tenere dritta la barra del partito: è possibile che il complicato sistema di spinte (i rottamatori alla Fassina esigono la discontinuità con l’attuale governo) e controspinte (i Monti boys vogliono la continuità) funzioni da stabilizzatore, da punto di equilibrio nell’edificio dei progressisti che, imbarcato Vendola, puntano a un patto di governo con i centristi.

Ci lavora appunto Bersani che si è impegnato a rassicurare il Professore sul fatto che la sua agenda non verrà rottamata (lo slogan dei laburisti interni) ma chiarendo, ove ce ne fosse ancora bisogno, che il Pd intende prendere in mano le redini del comando. Non ci sarà un Monti bis, per intenderci, se il centrosinistra dovesse prevalere. Non c’è infatti nemmeno un piccolo accenno al nome di Monti nel documento programmatico appena sottoscritto. Un favore a Vendola, allergico ideologicamente al montismo, un sacrificio necessario per garantirsi quell’unità di intenti dei progressisti (Pd, Sel, socialisti) minacciata dal profilo moderato del professore. Ma nel documento non c’è nemmeno scritto che la Riforma Fornero verrà accantonata o svuotata di senso, non c’è scritto nulla sugli esodati, nonostante l’attivismo parlamentare in atto.

Bersani ha voluto sottolineare come nel documento è la parola “responsabilità”, quindi decisioni a maggioranza, rispetto degli impegni internazionali ecc.., il vero salto in avanti di una coalizione storicamente conflittuale al limite dell’ingovernabilità. A Monti, che ancora evoca il suo spirito di servizio casomai ce ne fosse bisogno, Bersani offre più di uno svogliato arrivederci e grazie: “Nel ’96 Prodi non mise il nome di Ciampi nel programma dell’Ulivo. Ma una volta vinte le elezioni Ciampi fu nominato all’Economia”. Insomma tra un pensionato da senatore a vita e un nuovo incarico alla guida del Governo, esiste una ridotta ma significativa gamma di posizioni intermedie.

Piuttosto, Mario Monti è costretto a intervenire per sedare le ambizioni elettorali di qualcuno dei componenti il suo governo. L’identikit di Corrado Passera è palese. Dovrà aspettare dicembre prima di occuparsi della sua lista:     volesse accelerare i tempi dovrebbe accomodarsi fuori, rassegnare le sue dimissioni.

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