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Pd, Casini: meglio l’usato sicuro di Bonaccini, Elly Schlein è una incognita ma ha il pregio della discontinuità

Pd, irrompe Casini. Da Torino. A margine della presentazione del suo libro “C’era una volta la politica”. Inevitabile un commento di un bolognese doc, equidistante dai 2 duellanti: Elly Schlein e Stefano Bonaccini.

Prima sorpresa: Casini non ha votato alle primarie e dice:” Mi sono iscritto al gruppo parlamentare del PD perché mi sembrava giusto per i 250.000 bolognesi che mi hanno votato. Ma io sono indipendente e ci tengo ad esserlo. Comunque in un periodo di politica in crisi avere più di 1 milione di persone che in una giornata uggiosa di pioggia si reca a votare è un risultato importante”.

Pierfurby è stato molto attento in campagna elettorale a non sbilanciarsi. Figurarsi se lo fa ora. Ma spiega le posizioni dei due contendenti: ”Bonaccini è più su una linea di continuità, Elly è più vicina a una posizione di innovazione spinta. Schlein è un po’ una incognita ma ha il pregio della discontinuità.

“Dovrà realizzare bene questo tipo di politica nuova che può avere un appeal più forte verso gli elettori. Secondo me, un po’ per tutti, era meglio Bonaccini perché fa parte dell’orizzonte politico tradizionale. Elly è meno conosciuta ed è più difficile capire che tipo di avversario sarà. La realtà è che tutti avrebbero preferito l’usato sicuro“.

I 5 STELLE AMBIGUI COL PD

Il senatore del PD, una carriera politica lunga 40 anni tra Camera e Senato alza il velo sui 5 stelle. E smaschera Conte che dice di essere contento della vittoria ma avrebbe preferito Bonaccini. Di questo Casini si dice ”più che sicuro”. Circa un possibile ritorno di voti dai 5 Stelle alla Schlein – il 22% dei Grillini ha votato Schlein spaccando in due la base – ha un’idea precisa e avverte: ”Nel momento in cui ci saranno questioni importanti sul tavolo, se la risposta sarà convincente la gente avrà interesse in un nuovo PD a guida Schlein. Altrimenti l’effetto della nuova leadership si esaurirà in poco tempo”.

ELLY  E GIORGIA, DUE DONNE AGLI ANTIPODI.

In un Paese in cui non succede mai nulla, politicamente parlando, ora c’è una politica declinata al femminile. Per la prima volta il PD ha una leader donna come il Centrodestra. Il dato, sostiene Casini, è importante e sulla esistenza di un fattore donna dice: ”Il fattore non l’hanno risolto le quote ma le donne. Cioè le donne sono state più forti delle quote, quando sono state in grado di svolgere una azione di contesa della leadership. Si sono affermate e questo sfata tante leggende.”

Adesso tutti si aspettano un Pd più a sinistra soprattutto per quanto riguarda il lavoro e i diritti. La minoranza interna ai dem era critica con la  linea Letta;  una convinta linea di appoggio incondizionato all’Ucraina e adesso potrebbe esserci un cambiamento”. Forse. Su questo punto Casini è chiaro: ”La linea Letta sulla Ucraina è stata ineccepibile; una posizione che simbolicamente Letta ha perseguito fino all’ultimo giorno della sua segreteria andando a visitare l’ambasciata dell’Ucraina con una delegazione di parlamentari del PD”.

Casini si augura che su questo punto ci sia una continuità perché “la continuità è la difesa dell’Occidente e dei nostri valori”. Possiamo criticare le nostre civiltà ma non possono esserci equivoci sui punti di riferimento essenziali davanti a una minaccia della democrazia come quella portata esternamente da Putin e da tanti altri dittatori del Mondo.”

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