Pd, Civati non ci sta: “Fondo Nuovo Centro Sinistra”. E Vendola si chiama fuori

di redazione Blitz
Pubblicato il 15 Febbraio 2014 - 20:19 OLTRE 6 MESI FA
Pippo Civati

Pippo Civati

ROMA – Mentre si concludono le consultazioni lampo al Colle per la formazione del governo Renzi, a sinistra cresce il malumore. L’ex candidato alla segreteria Pd, Pippo Civati, dopo il no a Renzi di giovedì in Direzione Pd, alza i toni e sul suo blog scrive: “Quasi quasi fondo il Nuovo Centro Sinistra”, facendo il verso alla neonata formazione di Angelino Alfano. Intanto Nichi Vendola si chiama fuori da un possibile governo con Matteo Renzi e quasi sembra sposare la provocazione di Civati.

“Recupero una dozzina di senatori. Poi vado da Renzi e gli dico il contrario di quello che propongono Formigoni e Sacconi, oggi sui giornali – ha scritto Civati sul suo blog –  Nuovo Centro Destra contro Nuovo Centro Sinistra (anche Sinistra e basta, che il Centro è dappertutto).

Un’ipotesi che, scrive il quotidiano la Repubblica, sfiorerebbe già 5 senatori democratici. Si tratta di Corradino Mineo, Sergio Del Giudice, Felice Casson, Lucrezia Ricchiuti, Walter Tocci e Donatella Albano.

Intanto Vendola ci va giù duro:”Matteo Renzi ha dissipato il patrimonio di credibilità politica che il Pd ha costruito per decenni – dice Vendola – Giorgio Napolitano sa che sono in discussione gli assetti della nostra democrazia perché non è ammissibile – spiega il Governatore – che il governo Letta si sia dimesso in assenza di un confronto in Parlamento. Insomma la democrazia è a rischio”.

Per andare fino in fondo, il leader di Sel ha rispolverato una metafora sul conte Ugolino: “Renzi nella riunione della direzione avrebbe dovuto citare Dante per sottolineare l’attitudine all’interno del Pd al cannibalismo”.

Da Vendola è arrivato anche un altro avvertimento: “Non possono trattarci come se fossimo in saldo, come se qualcuno di noi fosse in vendita, a cominciare da Laura Boldrini. Non siamo una bottega di arrivisti, anche perchè non accettiamo l’operazione politica che ha consentito a Berlusconi di risuscitare. Con il Pd c’è una frattura insanabile”.