ROMA – Congresso Pd: Epifani “a mezzo servizio”, Chiamparino e Barca in campo. Il segretario “traghettatore” Epifani non rinuncia alla presidenza della commissione Attività produttive, l’ex sindaco Chiamparino è “pronto a dare una mano”, Fabrizio Barca non vede l’ora di offrire il suo contributo al centrosinistra: i gironi eliminatori in vista del Congresso di ottobre sono già nel vivo, i big si posizionano, verificano convergenze e alleanze, individuano priorità.
E intanto Walter Veltroni butta lì, con la scusa di pubblicizzare il suo ultimo pamphlet, il presidenzialismo come soluzione per uscire dal pantano italiano, forse intendendo che il tabù infranto (il terrore a sinistra dell’uomo forte) servirebbe anche a curare il “tumore delle correnti” nel Partito Democratico.
A Guglielmo Epifani spetta la prima mossa, ne parla in Transatlantico con Tommaso Ciriaco di Repubblica: ha appena annunciato che manterrà l’incarico alla Camera di presidente della Commissione Attività Produttive. Significa meno tempo dedicato al partito, un mezzo smarcamento, una conduzione precaria come si conviene agli impieghi a tempo determinato?
“Non va letto come un segnale di debolezza – spiega Epifani – è una cosa che avevo già deciso prima di essere eletto alla guida del Pd”. Rigetta con sdegno il sospetto di “poltronismo”:
Ci mancherebbe, ho rinunciato a tutte le indennità aggiuntive. È solo che ho iniziato a impostare il lavoro in commissione e lasciare ora sarebbe sbagliato. Ci tengo e poi c’è anche l’estate di mezzo. A ottobre vediamo.
La lista attuale degli sfidanti al Congresso aggiornata ad oggi dice, Epifani segretario liquidatore, aspiranti segretari Chiamparino, Barca, Gianni Cuperlo, Gianni Pittella e Goffredo Bettini. Chiamparino riscuote i consensi di Renzi e dei veltroniani, Barca piace alla sinistra del partito, lavora a una forma di collaborazione con Sel (“facciamo i congressi nello stesso momento”), “mette già i primi paletti. Ad esempio sul finanziamento pubblico, che «deve essere affrontato di pari passo con il conflitto d’interessi»” (Tommaso Ciriaco, La Repubblica).