Pd e Idv spingono per asta sulle frequenze tv: vale 16 mld

ROMA – Gli obiettivi ”politici” sono chiari. Rendere piu’ equa la manovra alzando la soglia di esenzione sulla prima casa e aumentando il valore delle pensioni che potranno fuggire al blocco. Ma rimane il nodo delle risorse necessarie per coprire questi ”alleggerimenti”.

I capitoli dai quali poter raccogliere risorse non sono poi tanti. Il Pd e l’Idv, fin dal primo intervento in aula alla Camera, hanno chiesto di aumentare la tassa sui capitali regolarizzati nel passato con lo scudo fiscale. Ma, sempre con maggiore insistenza, si parla della possibilita’ di mettere all’asta a chi offrira’ di piu’ – e non solo come previsto ora a chi ha i titoli migliori – le frequenze per la tv digitale, che qualcuno stima possa dare un gettito di 16 miliardi. Il leader Idv, Antonio Di Pietro, lo chiede con insistenza.

E’ chiaro che il tema rischia di aprire un problema politico per il governo, che conta anche sull’appoggio del Pdl. Silvio Berlusconi mette le mani avanti, frena: ”C’e’ molta freddezza – dice l’ex presidente del Consiglio parlando con i giornalisti a Marsiglia – io non ho un’opinione, ma temo che se ci fosse da fare una gara sulle frequenze potrebbe essere veramente disertata da molti”. Il possibile ricorso all’asta delle frequenze digitali, prevista per meta’ mese, piace certamente all’Idv e al Pd. Ma a sciogliere il nodo dovra’ essere il governo.

”Noi – dice il relatore Pd, Pier Paolo Baretta – indichiamo le priorita’ sulle quali chiediamo un intervento, come la soglia di esenzione Ici e l’intervento sulle pensioni. Ma la ricerca delle risorse richiede anche il contributo del governo. Il ricorso all’asta tv? Se il governo lo decide voglio vedere se il Pdl non la vota”.

Piu’ facile appare invece la strada per l’aumento, anzi il raddoppio, della tassa sui capitali ”scudati”. Ora la misura da’ un gettito di poco piu’ di 1 miliardo di euro nel 2012 e 1 miliardo nel 2013 (e’ previsto infatti che il pagamento dell’una tantum avvenga in due rate).

Con un raddoppio, dall’1,5% al 3%, si avrebbero altri 2 miliardi di euro. Servirebbe a pagare l’esclusione dal blocco delle pensioni per quelle fino a 1.400 euro. Ma, tra le risorse di riequilibrio previste, c’e’ anche la possibilita’ di un prelievo sui baby pensionati, andati in passato a riposo con pochi anni di lavoro, oppure tassare le pensioni d’oro, venti volte piu’ alte di quelle minime. Due interventi visti nel segno dell’equilibrio, dato che darebbero un gettito basso.

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