Pd, Franceschini: “Divisione incomprensibile ma non è una scissione”

Non capisce su cosa sarebbe la spaccatura interna al partito e dice di non aver mai parlato di ”conta” ma chiesto di ”fare chiarezza”. Dario Franceschini, intervistato da Repubblica commenta la direzione del Partito Democratico affermando di avere ”il sospetto che non sia un problema di linee ma di ruoli”.

”Mai parlato di conta – prosegue Franceschini – In un partito si discute, ci si rispetta, ci si confronta: alla fine si sceglie una linea”. Nella direzione di ieri c’è stato, secondo l’esponente del Pd ”un punto di chiarezza” per far capire ”quale è la strada che il Pd decide di imboccare”. Franceschini lamenta che, invece di una non partecipazione al voto da parte della minoranza, sarebbe stato meglio un ”atto di responsabilita”’, cioè ”un voto unitario”, anche perchè ”non si è vista una linea alternativa a quella scelta. Non capisco questa divisione che ci fa così male”, aggiunge.

Sul voto di fiducia del 14 dicembre incassato dal governo Berlusconi, Franceschini non parla di sconfitta. ”Mi pare difficile sostenere – dice – che bisogna rinunciare a una prospettiva politica perchè Scilipoti e Razzi sono stati convinti a votare dall’altra parte. Il Pd registra, al contrario, un fatto positivo che l’opposizione si è allargata e la maggioranza si è ristretta”.

Quanto alle possibili alleanze, Franceschini sottolinea che il partito deve rivolgersi ”a tutte le opposizioni, da Fini e Casini a Vendola e Di Pietro” e ”quando sarà il momento” ragionare di ”possibili alleanze”.

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