Pd, parla Gentiloni: “Di Pietro e i comunisti? Sono alleati improponibili”

Paolo Gentiloni

Per l’ex ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, un’alleanza con i comunisti Paolo Ferrero e Oliviero Diliberto e con Antonio Di Pietro sarebbe un’assurdità. La priorità per lui è ”riposizionare il Pd”.

Gentiloni, in un’intervista al Riformista, traccia uno scenario possibile all’indomani della fondazione di Movimento democratico, la corrente della minoranza del Pd. ”Il nostro documento rafforza non indebolisce il Pd”. E l’assemblea nazionale prevista per il 20 novembre sarà l’occasione per ”riportare il Pd al centro del ring politico” perché il partito ”rischia di schiacciarsi sulla propria sinistra”.

Il rilancio del Pd, secondo Gentiloni, è necessario affinché possa approfittare della crisi del berlusconismo, ”oggi il Pd non è  all’altezza di tale crisi”. Il riposizionamento, però, passa anche dalle alleanze e su questo tema Gentiloni è chiaro: ”Con il Di Pietro che ho sentito parlare alla Camera come possiamo proporre di stipulare un’alleanza?”, si domanda.

Analoga considerazione per i comunisti Ferrero e Diliberto, con i quali Bersani prevede un’alleanza nel ‘secondo cerchio’ del Pd. ”Spero che non sia questa l’intenzione di Bersani. Sarebbe un’assurdità. Nell’atto di nascita del Pd c’è la separazione dalla sinistra comunista”, mentre Vendola ”rappresenta una sinistra che almeno potenzialmente è di governo. Con lui si può ragionare”.

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