Pd, Gianni Cuperlo lancia la sua corsa. A Renzi: “Partito non è trampolino”

Pd, Gianni Cuperlo lancia la sua corsa. A Renzi: "Partito non è trampolino"
Gianni Cuperlo (Foto Lapresse)

ROMA – Gianni Cuperlo ha presentato la propria candidatura alla segreteria del Pd dalla sede della città dell’Altra Economia al Testaccio. Per prima cosa l’anti-Renzi ha spiegato che, a suo avviso, un segretario deve si dedicarsi “pazientemente e quotidianamente”, al partito che non può essere – è qui c’è la stoccata al sindaco di Firenze – un comitato elettorale o un trampolino di lancio perché, per ricostruire il Paese “solo la leva del governo non è sufficiente”, ma “devi sapere chi sei”.

Cuperlo ha lanciato la sua corsa con un’iniziativa tra i giovani e sotto lo slogan ‘Bello e democratico’. Il suo è stato un’intervento con molte citazioni, da Lelio Basso ad Adriano Olivetti (un Jobs ante litteram), da Papa Francesco ad Alessandro Manzoni passando per Gordon Jekko il perfido broker di ‘Wall street’ che va smentito perché “non è l’avidità ma la dignità il motore della storia”.

Nelle due ore nelle quali il candidato ha delineato la sua idea di Paese e partito non sono mancati i riferimenti, impliciti e non, al suo principale competitor, Matteo Renzi, che proprio oggi dalle colonne del Corriere della Sera è tornato a farsi sentire. E con il quale “c’è stima reciproca” ma anche “idee diverse rispetto al partito e al Paese”. A Renzi, Cuperlo manda a dire che a suo avviso il ruolo di segretario è incompatibile con quello di sindaco di Firenze (poltrona per la quale ha ribadito di voler correre).

Parole che gli procurano l’immediata reazione dei renziani che, gli suggeriscono, allora, di dimettersi da parlamentare. Ma sullo stesso tema torna a insistere anche Massimo D’Alema che già ieri aveva attaccato l’ex rottamatore. “Fare il segretario non è un hobby”, gli manda nuovamente a dire l’ex presidente del Copasir. D’Alema evidenzia anche che, quantomeno tra gli iscritti, è possibile che il sindaco non ottenga la maggioranza assoluta al congresso. Giovedì aveva ipotizzato un accordo post-primarie tra Renzi e Cuperlo.

Il sindaco, dal canto suo, fa sapere di stimare (ricambiato) il suo avversario e non esclude una collaborazione. “E’ una persona perbene, di cui non condivido tutto ma che ascolto con grande piacere. Se vinco le primarie, il giorno dopo lavorerò per allargare”. Una collaborazione che fa sapere di auspicare anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini. “Ci può essere – evidenzia – una competizione civile e la consapevolezza che poi un partito si può gestire insieme, come è accaduto con me e Bersani. Si può fare, basta un po’ di buona volontà”.

Quanto al premier Enrico Letta, continua a mantenere il suo ruolo di terzietà rispetto alla contesa ma fa sapere, in ogni caso, di non temere una leadership forte. Anzi. “Ho bisogno – dice il premier – di leadership forti, di partiti coesi e di un governo come il nostro che, nonostante difficoltà e instabilità, ha voglia di affrontare i problemi per come sono e soprattutto di mettere in campo le soluzioni”.

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