Pd, Primarie il 30 aprile. Orlando si candida “ma non farei il premier”

ROMA – Le primarie del Pd si terranno il 30 aprile. La data è stata votata all’unanimità in commissione-congresso. Lo ha annunciato il vicesegretario del partito Lorenzo Guerini, in apertura della Direzione. Dopo le primarie, il nuovo segretario sarà proclamato dall’Assemblea nazionale che si terrà il 7 maggio, salvo ballottaggio. La data del 30 aprile dovrebbe chiudere definitivamente il dibattito sul voto politico a giugno e rasserenare le anime interne del partito. Così annota Piero Fassino: “Siccome le procedure per attivare il voto sono almeno 45 giorni, io non ritengo possibile che si verifichi una crisi di governo mentre noi stiamo facendo il congresso. Non c’è nesso tra tempo e svolgimento del congresso e vita del governo Gentiloni”.

Il regolamento, approvato dalla commissione, ha fissato il timing per la sfida congressuale. La presentazione delle candidature a segretario dovrà avvenire entro le ore 18 del 6 marzo; le riunioni di circolo per presentare le candidature dal 20 marzo al 2 aprile; le convenzioni provinciali il 5 aprile. La Convezione nazionale si svolgerà il 9 aprile per chiudere con le primarie il 30 aprile dalle ore 8 alle 20. Per partecipare alle primarie l’elettore si dovrà dichiarare elettore del Pd al momento del voto e pagherà 2 euro ai gazebo.

E’ bene sottolineare che il 30 aprile cadrà di domenica, un giorno prima della festività del Primo Maggio. Ne consegue che l’elettorato del Pd, per esprimersi alle primarie, dovrà rinunciare al lungo ponte fuori porta. La data è il risultato di una mediazione tra le diverse esigenze messe in campo dai rappresentanti dei candidati, il segretario uscente ed ex premier Matteo Renzi, il governatore pugliese Michele Emiliano, il ministro della Giustizia Andrea Orlando e, unica donna, la torinese Carlotta Salerno. Le due date in ballo erano il 23 e il 30 aprile.

Sulla prima data ci sarebbe stata la dura opposizione, in particolare, di Emiliano, che avrebbe comportato un voto a maggioranza in direzione. Per evitarlo, i renziani hanno accettato di posticipare di una settimana il voto. “Il 30 aprile – spiegano fonti Pd alla Repubblica – verrà votato il nuovo segretario, il 7 sarà proclamato e quindi avrà ancora 3-4 giorni per presentare le liste per le amministrative e assegnare il simbolo alle federazioni”.

Intanto Massimo D’Alema allunga la mano sulla spalla del candidato Orlando. Con lui segretario, ha detto “si potrebbe riaprire il dialogo”. “Ad Orlando – aggiunge – rimprovero comunque di aver condiviso scelte sbagliate con Renzi, ma si muove con l’intento di ricomporre il centrosinistra ed è la cosa più importante”. Ma Orlando ci ha tenuto a precisare di volersi candidare “per creare un Pd dal quale nessuno senta l’esigenza di andarsene”. Ma in caso di vittoria, assicura non farà il presidente del Consiglio: “Io premier? Questa è l’unica cosa che non voglio fare, sono contro il cumulo delle cariche”.

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