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Pd-M5S legge a quattro mani per sradicare vitalizi in Parlamento e nelle Regioni

di Mino Fuccillo |17 Maggio 2017 13:12

Pd-M5S legge a quattro mani per sradicare vitalizi in Parlamento e nelle Regioni (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Pd-M5S, M5S e Pd che scrivono e quasi sicuramente votano domani una legge fatta a quattro mani: due del Pd e due di M5S o viceversa a seconda delle preferenze. Dice il Pd: è M5S che è venuto da noi, è sceso sul pianeta della realtà e che quindi finalmente è d’accordo sulla cosa concreta e non sulla propaganda. Dice M5S: se non era per noi il Pd faceva solo la mossa e poi non succedeva niente, siamo noi che li abbiamo incalzati, controllati e costretti a fare sul serio.

Come che sia, la legge sradica vitalizi dei parlamentari e dei consiglieri regionali porta la firma del Pd Matteo Richetti e della Grillina Roberta Lombardi. Dice la legge e stabilirà la legge se la votano e va in vigore che i vitalizi percepiti dai parlamentari delle passate legislature vanno ricalcolati nel loro importo. Ricalcolati al ribasso. Ricalcolati applicando al vitalizio il metodo contributivo che si applica a tutte (quasi) le pensioni degli umani normali.

Dice quindi la legge a quattro mani Pd-M5S che i parlamentari hanno diritto come tutti ad una pensione calcolata come si calcola la pensione di (quasi) tutti. Ad una pensione e non a un vitalizio. E che questa pensione si percepisce a 65 anni di età e non quando smetti di fare il parlamentare qualunque sia la tua età.

Per fare una legge concreta Pd e M5S hanno dovuto, almeno finora, rinunciare a massicce dosi di propaganda pura distribuita alla pubblica opinione. Gli attuali parlamentari infatti il vitalizio non ce l’hanno e hanno invece il diritto alla pensione se superano in carica una certa durata della legislatura (il fatidico 15 settembre di questo anno). Quindi quello degli attuali parlamentari è lontanissimo parente del privilegio di cui hanno goduto e godono i parlamentari delle passate legislature. Questi intascavano un vitalizio (non a caso chiamato così) pagato appena smettevano di essere parlamentari e calcolato non  sui contributi versati ma su una sorta di auto assegnazione di busta a fine mese.

I parlamentari attuali non hanno vitalizio e quindi non costituiscono particolare “scandalo” e spesa. Grossa spesa e abbondante “scandalo” è invece il vitalizio che in molte Regioni percepiscono e continuano a percepire i con siglieri regionali. Quelli delle passate legislature o assemblee e qua e là anche delle attuali. Perché, in nome dell’autonomia, tutte le Regioni hanno detto che cancellano il vitalizio per i consiglieri in carica (come ha fatto il Parlamento nazionale) ma qualcuna l’ha fatto davvero, qualche altra sta facendo finta di farlo tirandola a lungo più che può.

Per sradicare, questo il termine giusto, i vitalizi è stata saggiamente mollata la campagna alquanto astratta sulle “indennità” dei parlamentari, cioè sullo stipendio base. Ognuno può avere la sua opinione su quale sia la misura, l’importo adeguato dello stipendio base di un parlamentare (attualmente sugli otto/novemila euro lordi). Questa è materia opinabile. Quel che invece è certo è che il vitalizio, cifra percepita a vita solo per il fatto di essere stato parlamentare, percepita senza limiti di età per percepirla, calcolata senza alcun rapporto reale con contributi versati, era un vistoso, mastodontico, urticante privilegio.

Che era già stato tagliato, rimosso, cancellato, tagliato per i parlamentari in carica e che ora viene sradicato alla radice. Senza dimenticare i consiglieri regionali che costituiscono il maggior cespite di spesa e hanno finora giocato con successo a fare il pesce in barile e lo scemo per non andare in guerra.

Una legge a quattro mani Pd-M5S, forse figlia unica di madre vedova ma una concreta, seria legge (se passa) di fatti e non di chiacchiere.

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