Pd, Matteo Renzi a Gianni Cuperlo: “Se ridiscutiamo crolla tutto”. La lettera

Pd, Matteo Renzi a Gianni Cuperlo: "Le critiche si accettano". La lettera
Matteo Renzi (Foto Lapresse)

ROMA – Pd, Matteo Renzi risponde a Gianni Cuperlo e alla sua lettera di dimissioni da presidente del partito. “Se ridiscutiamo crolla tutto”.

Ecco il testo della lettera, pubblicata da Repubblica.

“Caro Gianni, rispetto la Tua scelta.

Conosco la fatica che hai fatto nell’accettare la mia proposta di guidare l’Assemblea del PD, dopo le primarie.

Con franchezza e lealtà, non me l’hai taciuta. Non volevi farlo, ma hai ceduto alla mia insistenza. Pensavo, e continuo a pensare, che un tuo impegno in prima persona avrebbe fatto bene alla comunità di donne e uomini cui ti riferisci nella tua lettera. Comunità ampia. Che tutto può essere tranne che omologata nel linguaggio e nel pensiero. Comunità difficile. Dove ci si può sentire offesi perché uno ti dice che sei livoroso. E dove si può rimanere con un sorriso anche se ti danno del fascistoide. Comunità bellissima, però. Ricca di valori che vanno oltre le personalità e i caratteri dei singoli.

Siamo il Partito Democratico non solo nel nome, del resto. Un partito vivo, dinamico, plurale, appassionato. Un partito vero, non di plastica. Un partito dove si discute sul serio, non si fa finta. A viso aperto e non nei chiacchiericci dei corridoi. Guardandosi negli occhi e non affidandosi alle agenzie di stampa.

La stessa franchezza e lealtà mi ha portato a criticare – nel merito – il tuo intervento di ieri. In un Partito Democratico le critiche si fanno, come hai fatto tu, ma si possono anche ricevere. Mi spiace che ti sia sentito offeso a livello personale.

Ti ringrazio per il lavoro che hai svolto nel tuo ruolo e sono certo che insieme potremo fare ancora molto per il PD e per il centrosinistra.

Ci aspetta un cammino intenso che può finalmente cambiare l’Italia. Quello che io ho potuto fare nel siglare l’intesa con gli altri partiti lo sai: se l’accordo reggerà avremo superato il bicameralismo perfetto, modificato l’errore del Titolo V, ridotte le indennità e i rimborsi dei consiglieri regionali, garantito il bipolarismo e il premio di maggioranza, introdotto il ballottaggio, ridotta la dimensione dei collegi, eliminato il potere di veto dei piccoli partiti che ha ucciso l’esperienza del centrosinistra con Prodi. Si poteva fare meglio? Sì, certo. Ma fino ad ora non si era fatto neanche questo. E rimettere in discussione i punti dell’accordo senza il consenso degli altri rischia di far precipitare tutto.

Sono certo che questo non sia il tuo obiettivo e che – pur con funzioni diverse – ripartiremo insieme.

Con l’amicizia di sempre, buon lavoro”.

Matteo

 

 

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