ROMA – Matteo Renzi vince tra gli iscritti ai congressi Pd rastrellando il 46,7 percento delle preferenze. Questi i dati forniti dal responsabile dell’organizzazione del Pd, Davide Zoggia: Gianni Cuperlo è al 38,4%, Pippo Civati al 9,19% e Gianni Pittella leggermente sotto il 6%. Lo certifica anche il rivale Gianni Cuperlo che lunedì mattina gli attestava la vittoria, sebbene di misura: 44 a 40,4%. Uno scarto di appena 4 punti che arriva a quasi 9 nel pomeriggio. Ma mentre il sindaco di Firenze esulta, “siamo nettamente in testa”, arriva l’ultimo attacco di Massimo D’Alema che poco sportivamente sottolinea: “Comunque non raggiunge il voto della maggioranza assoluta degli iscritti”.
La battaglia tra i candidati Pd alle primarie per conquistare un posto nella competizione alla segreteria del partito, prosegue a colpi di cifre. “Hanno votato circa 7.000 circoli; poco meno di 300 mila elettori”, porta il conto Zoggia. Il dato più evidente però appare uno soltanto: hai voglia a dire che Gianni Cuperlo rappresenta il Pd dei tesserati e Matteo Renzi il Pd delle primarie. Col voto dei circoli, la realtà certifica l’esatto contrario. E D’Alema somiglia un po’ a quello che perde la partita e si porta via il pallone: “Non ha il 51%”.
D’Alema attacca Renzi: è “superficiale” ma immagina un testa a testa tra Renzi e Cuperlo nelle primarie del Pd, l’8 dicembre, a differenza dei sondaggi che attribuiscono una netta vittoria del sindaco di Firenze. “Faccio una previsione – afferma – Questi sondaggi sono campati in aria e il voto degli iscritti al Pd rifletterà abbastanza precisamente l’orientamento degli elettori, come accaduto alle ultime primarie per Bersani. Se però dovesse esserci una massiccia partecipazione di elettori del centrodestra e del Movimento 5 Stelle, allora il risultato cambierà”.
Poi sottolinea: “La sinistra italiana esprime il Capo dello Stato, il presidente del Consiglio, la grande maggioranza dei governi regionali e locali. Certo, non ha pienamente vinto le elezioni, ma è pur sempre la prima forza del Paese. Non mi pare che possa essere descritta come una forza che io ho distrutto e che ora attende Renzi per essere resuscitata”. D’Alema conclude: ”C’è un limite oltre il quale la propaganda diventa una deformazione grottesca e offensiva. A ciò ho inteso reagire. In questa disputa, che spero finisca qui, io sono stato aggredito e non l’aggressore”.
Si accontenta del risultato Gianni Cuperlo: “”A settembre i sondaggi mi davano al 5%, poi ho fatto un balzo ed ero al 14 ed invece ho preso il 40%”. Gianni Cuperlo, parlando con i giornalisti, è soddisfatto per l’esito del voto tra gli iscritti che nel 2009, ricorda il candidato Ds, ”fu rispettato alle primarie”.
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