ROMA – Pd perde i ballottaggi delle elezioni comunali [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play]. E li perde perché nel secondo turno M5S vota Lega e viceversa. Gli elettori (o comunque una buona parte di loro) di M5S al primo turno se vanno a votare scelgono il candidato sindaco del Centro Destra (meglio se della Lega, gradiscono di più). Simmetricamente gli elettori al primo turno della Lega al secondo appoggiano e votano il candidato sindaco M5S. Insomma Lega e M5S si sommano al secondo turno e per il Pd non c’è più partita.
Esemplare al riguardo il risultato di Imola dove al primo turno la candidata Pd aveva più del 40 per cento e al secondo turno viene battuta dalla candidata M5S che raccoglie il 55 per cento grazia anche all’appoggio esplicito della Lega e all’invito, raccolto dall’elettorato leghista, a votare M5S.
Sia pure su scala ridotta (al ballottaggio affluenza bassa, circa la metà degli aventi diritto al voto) è la legge del 58 per cento. Circa 58 per cento è la percentuale cui si giunge nei sondaggi sommando le intenzioni di voti per Lega e M5S. Circa 58 per cento è la percentuale di approvazione dei proclami ed atti del governo, in particolare di ciò che fa, promette o minaccia Matteo Salvini. Circa 58 per cento è il blocco numerico, e anche e soprattutto sociale, che sostiene il governo e che va a comporsi e manifestarsi in ogni occasione. Anche stavolta si è composto, ha fatto maggioranza e ha battuto quasi ovunque il Pd e i suoi candidati.
La legge del 58 per cento è scattata anche in Toscana ed Emilia. Pd perse Siena, Massa, Pisa oltre che Imola. L’Italia una volta elettoralmente “rossa” non c’è più, la somma di M5S e Lega leè superiore nelle urne.
Altrove è Centro Destra a trazione leghista che vince contro il centro sinistra grazie anche al soccorso M5S: Sondrio, Viterbo ad esempio. Nei rari luoghi in cui il confronto è tra Destra e M5S è la destra a vincere come a Ragusa e Terni.
Al Pd Ancona, Teramo e Brindisi, quel che resta di una maggioranza di sindaci nei Comuni in cui si è votato, quel che è stato risparmiato dalla legge del 58 per cento.