Pd, più votanti che iscritti in Calabria. Un problema di geografia o di partito?

RO170709POL_0018Nei circoli del Pd calabresi c’è una strana incongruenza matematica: più votanti che iscritti per l’elezione del segretario regionale. Malfunzionamento nel partito o vizio culturale endogeno della politica meridionale?

Franceschini e Marino rispondono senza esitazione. Il coordinatore della campagna elettorale del primo sostiene che in Calabria «le cose sono diventate ingestibili», tanto che gli iscritti spesso non sono nemmeno «informati delle convocazioni».

L’altro candidato alla segreteria nazionale, Marino, utilizza parole ancora più dure, rispolverando il suo mestiere di medico: «La Calabria è un ascesso che sta contagiando il congresso del Pd: o s’interviene annullando i voti dei circoli o si manda in setticemia l’intero corpo del partito».

Nel frattempo, sia Pino Caminiti, sostenuto da Franceschini, che Fernanda Gigliotti, sponsorizzata da Marino, si sono ritirati per protesta dalla corsa alla segreteria regionale. Marino chiede all’attuale segretario che «i congressi calabresi siano azzerati» e poi invita Bersani a non accettare i voti che arriveranno dalla Calabria.

Insomma, le varie anime del Pd non riescono a celare il malumore che serpeggia tra le fila del partito, a distanza di pochi giorni dai primi risultati parziali delle primarie per eleggere il leader nazionale: stando ai primi dati, Bersani sarebbe in largo vantaggio, circa 20 punti percentuali, su Francescini, mentre Marino segue distaccato.

Il congresso nazionale dell’11 ottobre, che precederà le primarie del 25, si preannuncia un appuntamento di fuoco.

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