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Pd, pronto il piano Landini: se Schlein farà flop alle Europee del 2024, lanciare un’opa sui dem

Landini riserva di Elly Schlein. Il piano del leader della Cgil è pronto.

In soldoni: se il Pd alle Europee del 2024 dovesse restare sotto il 20%, il reggiano (di montagna) Maurizio Landini, 62 anni, ai vertici del più grande sindacato italiano dal 2019, potrebbe lanciare un’opa sui dem.

Una opa amichevole. L’ala sinistra del partito del Nazareno è convinta che Landini ci stia già pensando. Una manovra temuta da Carlo Calenda, il leader di Azione che lo accusa di “fare politica “ e blandire il sostegno del “principale giornale di sinistra”.

DOPPIO SALTO MORTALE DEL SEGRETARIO
Il progetto del segretario della Cgil può sembrare un doppio salto mortale temerario. Ma non lo è. Landini è cresciuto nella FIOM  di intelligenza col gruppo Stellantis: le tensioni tra le tute blu della Cgil e il gruppo che fu di Sergio Marchionne si sono smussate nel tempo.

Di qui le legittime aspirazioni politiche del segretario della Cgil, forte dei suoi 5 milioni di iscritti, che ha portato in piazza sabato 7 ottobre una grande manifestazione. A molti ha dato la sensazione che la sua idea di “coalizione sociale” sia studiata in funzione di trasformare il Pd nella cinghia di trasmissione dalla Cgil.

Quello che si è visto e sentito in piazza San Giovanni a Roma è parsa ai più addirittura una operazione nostalgica. Non a caso dal palco si è sentito esultare: ”Una piazza così non si vedeva da almeno 10 anni“.

Inevitabile il ricordo del Circo Massimo nel 2022 in difesa dell’art 18. I numeri e i contenuti di sabato 7 ottobre parlano chiaro: 700 pullman, un fiume di bandiere rosse, tanti pugni chiusi, una sfilza di slogan contro la Nato, notevole equilibrismo su Hamas e su l’Ucraina.

I 5 GRUPPI IN PIAZZA SAN GIOVANNI
L’album fotografico distingue almeno 5 gruppi nella piazza San Giovanni uniti dallo slogan ”La via maestra insieme per la Costituzione“.

La ditta ora che non è più la ditta,  bensì una famiglia allargata con il suo lessico immutabile, le stesse piattaforme. Primo gruppo: il cerchio di Elly. Con Furfaro, Bonafoni, Braga, Gribaudo, Boccia, Camusso, Boldrini, Orlando, Provenzano.

C’erano anche  – secondo gruppo – i famigliari ritrovati, tutti in gran spolvero: Bersani, Speranza, Scotto, Cofferati, Fassina, Pagliarulo.

Terzo gruppo: quelli che le malelingue chiamano “ Giurassici”. Cioè Rosy Bindi, Gustavo Zagrebelsky; con loro Nichi Vendola, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli.

E poi i parenti serpenti del M5S con in testa il vice presidente Riccardo Ricciardi (“L’importante è unirsi con il Paese “).

Quinto gruppo avvinto al padre della “reunion”: Maurizio Landini (“Siamo la vera piazza virtuale del Paese”). Landini può riuscire nel sogno che non era riuscito ai suoi predecessori: Susanna Camusso e Sergio Cofferati. La Cgil e le 100 associazioni che hanno sfilato assieme a Roma si ritroveranno l’11 novembre e sarà ancora il Pd a chiamare la sinistra in piazza. Il progetto cresce.

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