ROMA – Il casus belli è quello dei capilista bloccate. Quelle che Silvio Berlusconi gradisce, Matteo Renzi concede e che fanno infuriare la minoranza Pd. Nei democratici si accende nuovamente lo scontro sulla legge elettorale. Si accende più intenso delle altre volte. Anche perché arriva in un partito già ferito dal caso Cofferati.
Una trentina di senatori della minoranza Pd lo dicono in modo netto: “Così l’Italicum non lo votiamo”. Così come lo spiega il bersaniano Miguel Gotor, quello che Matteo Renzi per smorzare i toni (senza successo) definisce il suo “nemico preferito”. Gotor spiega semplicemente che
“Berlusconi vuole i capolista bloccati perché tanto, arrivando secondo o terzo, eleggerà deputati solo nominati. Ma questa è una svendita non è una trattativa”.
E quindi niente voto della minoranza Pd all’Italicum, con una trentina di senatori pronti a defilarsi. Prove tecniche di una scissione di cui sembra oramai mancare soltanto la data. Anche perché Renzi, a modo suo, a mezzogiorno ci aveva provato. Si è presentato dai senatori del Pd aprendo qualche spiraglio ma precisando: “Non siete un partito nel partito”.
I senatori della minoranza, però, non hanno apprezzato. E il pomeriggio di oggi lunedì 19 gennaio è stato quello delle dichiarazioni bellicose della sinistra Pd alle agenzie. Così la riassume il Corriere della Sera:
Ore 13 circa, stanze Pd al Senato. Gotor avverte subito: «Se non ci saranno novità, in trenta di noi voteranno l’emendamento» con le proposte della minoranza (in sintesi quella presentate da Gotor stesso:preferenze per tutti i candidati nei collegi e riduzione della quota «nominati» prevista dal governo). Poi Renzi prova a stemperare quando comincia il suo intervento: «Saluto il mio nemico preferito, Gotor». Ma non gli risparmia un attacco: «Le tue sono critiche ingiuste e ingenerose». E ancora, stavolta chiamando a raccolta tutto il partito: «Capisco molte delle osservazioni che si fanno ma sono 8 anni che si parla di legge elettorale senza decidere!».
Alla fine dell’assemblea i senatori del Pd si sono aggiornati a domani 20 gennaio. Con Renzi che invita a “evitare rotture” e concede tempo fino a domani a mezzogiorno. Ai senatori Pd non basta. Ancora una volta Gotor spiega: “Così l’Italicum diventerebbe un porcellinum”. Metafore a parte il Pd sembra andare diritto verso lo scontro. L’ennesimo. Questa volta ancora più duro.
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