Pd, cambia lo statuto: stop primarie, il segretario non sarà candidato premier

ROMA – Il nome del prossimo segretario del Pd potrebbe non uscire dalle primarie, ma potrebbe essere deciso dal congresso di settembre. E il nuovo segretario potrebbe non essere il candidato premier. E’ ancora una bozza la proposta di modifica dello statuto del Pd, eppure nel partito imploso durante l’elezione del presidente della Repubblica la voglia di cambiare c’è. La prima indicazione sul Pd che verrà arriverà dall’assemblea del partito dell’11 maggio. Lo spiega Giovanna Casadio su Repubblica:

Non c’è solo il reggente da decidere, ma anche un paio di cambiamenti che segneranno la “fase 2” del Pd. La prima novità è questa: il segretario non sarà eletto con le primarie. Veltroni come Bersani sono stati eletti segretari nei gazebo, dal popolo delle primarie. (Franceschini fu segretario protempore con il voto dell’Assemblea dopo le dimissioni di Veltroni di cui era vice, nel 2009). Ma adesso, si cambia. O meglio, si rende definitiva la modifica che Bersani aveva voluto introdurre per consentire a Renzi e a Puppato di sfidarlo. La proposta sarà di disgiungere la figura del segretario da quella del candidato premier. Quindi il nuovo segretario democratico si occuperà del partito e non correrà automaticamente per Palazzo Chigi. Così si evitano le competizioni e i trabocchetti. Chi guiderà il Pd non avrà alcun interesse a fare cadere Letta prima del tempo. «Mai più come Veltroni con Prodi nel 2008», esemplificano ieri i Democratici che, sia pure tra contraddizioni, dissensi e madipancia, votano sì al governo Pd-Pdl. «Intanto siamo riemersi, o almeno ci stiamo provando», afferma Piero Martino, di Areadem, la corrente di Franceschini. D’accordo anche i renziani. «Matteo quando sarà il momento, è pronto a correre per la premiership. Fare il segretariodel partito – ripete Dario Nardella non è nelle sue corde».

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