Pd-Udc: prove tecniche d’intesa

Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc comincia le prove tecniche per un’intesa col Pd di Bersani sulle regionali. Nel pacchetto già quattro o cinque presidenze su cui l’accordo si direbbe a portata di mano. A Berlusconi, invece, Casini sembrerebbe intenzionato a dare qualche dispiacere.

Il primo dispiacere potrebbe arrivare dalla modifica della par condicio, “non se ne parla proprio”, dice Casini, per finire appunto al rebus delle elezioni di fine marzo: quasi ovunque l’ex presidente della Camera ha l’intenzione di resistere alle lusinghe del premier per rinverdire il vecchio patto, almeno a livello di alcune alleanze locali. “Meno porta a casa il Cavaliere, meglio è”, è il “motto” di Casini.

Il clima del Pd, archiviata la fuga di Rutelli, sembra meno teso rispetto agli ultimi e in vista dell’assemblea dei mille di sabato prossimo c’è “profumo” di accordo interno e spartizione degli incarichi.

La Bindi resta in corsa per la presidenza del partito, mentre si fa più forte il pressing su Franceschini perché accetti, a rappresentare la minoranza con un incarico di spicco, il ruolo di presidente dei deputati del Pd. In caso contrario, restano in piedi per Montecitorio le opzioni Fassino, Gentiloni, Fioroni. Trattativa a buon punto anche, sul fronte esterno, con Casini.

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