ROMA – “Chi vuole la scissione del Pd non venga a cercare me”. Così Ugo Sposetti, ex tesoriere dei Ds, si chiama fuori dalle tensioni interne al Pd. Ospite della trasmissione Omnibus su La7, ha parlato della sostenibilità economica di un simile progetto e ha risposto picche a Matteo Orfini, che reclamava il passaggio del patrimonio del Pci-Pds-Ds al Pd.
Patrimonio che nel 2007 è stato suddiviso fra 57 fondazioni dislocate in tutto il territorio italiano. Ecco perché il Pd, fra riduzione del finanziamento pubblico e crollo delle iscrizioni, è andato a caccia di risorse. Tra i motivi per cui si scelsero le fondazioni, nel 2007, c’era proprio il retropensiero di un eventuale fallimento del Pd. Per questo si “privatizzò” il patrimonio: un tesoretto da tenere in sicurezza, anche dalle banche, visti i debiti. Tesoretto che, dunque, potrebbe venire utile in caso di scissione.
“Quando leggo le cose che scrivono i giovani dirigenti del Partito Democratico – ha detto Sposetti – dico che mi dovrebbero chiamare per fare una piccola lezione e spiegargli come si legge un bilancio”.
Poi mostrando in studio alcune tabelle di bilancio i debiti degli ex Ds, ha aggiunto:
“I creditori cercano me, io ho iniziato la mia attività con un carico da 1138 milioni di debiti. Chi vuole la scissione del partito non venga a cercare me”.
Quanto al finanziamento pubblico dei partiti, ha già pronta in tasca una soluzione:
“Presenterò una proposta di legge che recepisce quanto approvato dal Parlamento europeo: riconoscimento giuridico dei partiti, finanziamento pubblico dei partiti e finanziamento delle fondazioni dei partiti”.