Pd: veltroniani in fermento, ipotesi gruppi autonomi come i finiani

Walter Veltroni

La tentazione è un po’ quella dei finiani: crearsi un gruppo autonomo e nei fatti operare una “mini scissione” nel Partito Democratico. La regia dell’operazione, prontamente smentita dal diretto interessato e dal suo staff,  è quello di Walter Veltroni che sfogherebbe così il suo malcontento verso la leaderschip di Pierluigi Bersani e Massimo D’Alema.

Dei possibili gruppi autonomi, scrive il Corriere della Sera, i “congiurati” dell’ex segretario hanno parlato l’otto settembre. Ci sarebbe addirittura un nome: “Democratici per la libertà”. Se fosse vero libertà diventerebbe il termine piùdi moda nel parlamento italiano: da Berlusconi a Fini, passando per Veltroni. Il nome, poi, suggerisce una “cosa” a metà proprio tra Pd e il nuovo gruppo del presidente della Camera.

Il fermento nell’aria  veltroniana è innegabile: appena si è diffusa la voce di un possibile accordo tra Bersani e i cespugli comunisti si sono innalzati gli strepiti da parte di chi, come l’ex segretario, parlava di “fondamenti del partito minato”.

Ovviamente dall’entourage di Veltroni smentiscono in modo asciutto l’ipotesi dei gruppi. A prendere carta e penna ci ha pensato un altro Walter, il deputato Verini, che scrive:  ”Qualche giornale lancia una notizia del tutto infondata, secondo la quale i cosiddetti ‘veltroniani’ avrebbero la tentazione di dare vita in Parlamento a gruppi autonomi dal Pd. Per essere chiari, non se ne e’ mai parlato. In questo periodo, del resto, si e’ letto di tutto: sono circolati documenti di duro attacco alle basi fondative del Pd e da parte di massimi dirigenti si sono rivolti attacchi pesanti a quel Pd che aveva ottenuto il 34% alle elezioni politiche”.

Nessuna smentita, invece, sul malcontento. Anzi.   ”In realta’ – afferma il deputato veltroniano – e’ molto diffusa dentro il Partito Democratico la preoccupazione per la gravissima situazione del Paese e per le difficolta’ del nostro partito, che raggiunge nei sondaggi – in una condizione politica che dovrebbe essere assolutamente favorevole ad una forza di opposizione – il suo minimo storico. Ignorare questo dato e ignorare il fatto che si moltiplicano prese di posizione individuali e contraddittorie che alimentano confusione rispetto alla linea politica del partito, sarebbe davvero molto grave”.

Gruppi o non gruppi, Veltroni a Torino non c’era. Con Berlusconi in difficoltà servirebbe un Pd compatto. Invece perde i pezzi come l’Unione Sovietica dopo il crollo del muro.

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