Pdl, Bondi: Non vorrei più fare il coordinatore del partito

ROMA – ''Non vorrei piu' fare il coordinatore del partito, dopo sei anni di Forza Italia e due di Pdl..''. Lo dice Sandro Bondi in un'intervista al Corriere della Sera, spiegando che ''non si possono ricoprire gli stessi ruoli per troppo tempo'' e dicendosi convinto di ''poter offrire un contributo senza ruoli di primo piano''. Nelle correnti interne l'ex ministro dei Beni Culturali intravede ''segnali di vitalita''' del partito: ''Si e' sempre detto che non c'era democrazia nel Pdl e adesso che si discute, si grida alla crisi''. Bondi crede ''nell'alleanza strategica con la Lega'' anche se a suo avviso ''Tremonti dovrebbe spendere la propria autorevolezza e il proprio prestigio per rafforzare la classe dirigente del Pdl''. Solidarieta' all'ex ministro Scajola: ''sono addolorato per il nuovo tiro al bersaglio su di lui''. Bondi guarda positivamente ai contatti fra ex An e alcuni membri di Fli: ''Convincere chi ha aderito a Fli a tornare nella maggioranza e' piu' facile da parte di chi ha avuto una storia comune''. Detto questo, l'ex ministro spiega di lavorare ''per l'unita''', auspicando che il Pdl diventi ''il grande partito dei moderati, frutto dell'incontro di culture diverse, cardine del bipolarismo'' e che tenga ''aperto'' il ''dialogo con l'Udc''. Sui ballottaggi di Napoli e Milano c'e' ''la granitica certezza della vittoria'', mentre in caso contrario sara' ''necessaria'' una ''riflessione sulle situazioni locali'', spiega. In nessun caso, invece, ci saranno ''ripercussioni di carattere politico sulla tenuta del governo''. Bondi infine bolla come ''inesistente'' la possibilita' che Berlusconi lasci il governo in cambio di un allargamento della maggioranza e aggiunge che ''cambiare la legge elettorale sarebbe il colpo finale all'unita' politica e istituzionale del Paese''.

Gestione cookie