Pdl e Lega divisi sull'Afghanistan

GENOVA, 2 LUG – ''I pericoli in Afghanistan in questa fase non diminuiscono, anzi possono solo aumentare, ma restiamo ottimisti: manterremo la tempistica prefissata e nel 2014 potremo richiamare anche le prime linee e riconsegnare quella regione alla responsabilita' militare e politica degli afghani. E non taglieremo mai i fondi per la sicurezza dei nostri militari all'estero''.

A poche ore dalla morte del caporal maggiore scelto Gaetano Tuccillo il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, parla di cordoglio e di prospettive. Ma intanto il 'partito del ritiro', Lega in testa, fa sentire la sua voce. Al senatur che in un comizio nel bergamasco dice: "ci sono troppi uomini in giro che ci costano troppo e ogni tanto muoiono anche", aveva fatto da apripista il ministro Roberto Calderoli con un: ''basta alle lacrime, e' venuto il momento di cambiare strada''.

La morte del 39/o soldato italiano – notizia accolta con ''profonda commozione'' dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano – ''non cambiera' la strategia italiana in Afghanistan'' dice La Russa, ma questo nuovo lutto rilancia ancora una volta le polemiche e le divergenze, accendendo i toni del dibattito sul ritiro delle forze italiane. A cominciare proprio dalla Lega, una posizione che viene stigmatizzata dal Pdl con le parole, durissime, di Guido Crosetto, sottosegretario alla Difesa, che definisce la posizione del Carroccio espressa da Calderoli come una ''demagogia inaccettabile. Non riesco a capacitarmi – ha detto Crosetto – del fatto che quando il nostro Paese e' colpito da eventi funesti ci sia sempre qualcuno pronto ad utilizzarli per giustificare una posizione politica''.

Il ''conto salato'', come lo definisce il vicepresidente leghista della commissione difesa Giacomo Chiappori, e' quello ''pagato con la vita dei 39 soldati italiani morti. Un conto per una missione che sta durando piu' del previsto''. Tempi lunghi cui fa riferimento anche il Pd che chiede, con il responsabile degli Esteri Lapo Pistelli, di ''velocizzare la riconsegna del Paese agli afgani, un obiettivo che tarda ad arrivare, per aprire una fase di riconciliazione nazionale con i talebani che si sono staccati da Al Qaeda''. Secondo il Pd, ''la soluzione politica deve accompagnare la strategia di conclusione della campagna afgana. Ci auguriamo che l'impegno italiano nel mondo non sia confuso con le sforbiciate alla spesa pubblica o con l'isolazionismo leghista''.

Il leader dell'Idv Di Pietro parla esplicitamente di ''missione inutile. E' evidente che queste missioni non sono di alcuna utilita' e non fanno fare nemmeno un piccolo passo avanti sulla strada della pace ne' su quella della lotta al terrorismo. Missioni che sono costate decine di vite e che costringono un Paese in grandi difficolta' a buttare via miliardi di euro che potrebbero essere spesi per rendere meno difficile la vita delle persone provate da crisi e dalle misure inique del governo''.

Anche Nichi Vendola chiede di riaprire la discussione sul ''pantano afgano'' e Lorenzo Cesa dell'Udc vuole che governo ''informi il Parlamento sui suoi intendimenti circa il proseguimento della missione''.

Il fronte del 'tutti a casa', rinforzato dalla posizione della Lega Nord, torna dunque a farsi sentire mentre il ministro La Russa ribadisce: ''A fine anno abbiamo in programma il graduale rientro dei soldati italiani'', con un disimpegno che ''potra' essere completato entro la fine del 2014'', quando in Afghanistan dovrebbe restare solo un piccolo contingente con compiti di addestramento e non combattenti. ''Ridiscutere la missione – ha concluso il ministro – sarebbe un torto a Tuccillo''.

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