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Pdl: “indagati nelle liste”

di luiss_vcontursi |24 Febbraio 2010 13:19

Il Pdl a promesso: via dalle liste elettorali i condannati. Ma sarà proprio così? Secondo quanto riporta oggi “Il Riformista” sono state accettate diverse eccezioni alla regola.

«Non ci sarà sulle nostre liste nessun personaggio che sarà compromesso in maniera certa», ha assicurato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Il coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa, ha smorzato le aspettative: «Chi ha un rinvio a giudizio a carico sarà invitato a non candidarsi, salvo che si tratti di reati assolutamente marginali».

E “Il Riformista” oggi pubblica tutta una lista di nomi di candidati Pdl con problemi giudiziari. Tutta gente che potrebbe entrare a far parte delle rinnovate Giunte regionali.

Per quanto riguarda la Campania, “Il Riformista” afferma che potrebbero essere eletti: «Domenico De Siano – si legge  – ex sindaco di Lacco Ameno, indagato dalla procura di Napoli nell’ambito dell’inchiesta per la costruzione dell’approdo turistico del piccolo comune vicino a Ischia; Alberico Gambino, ex sindaco di Pagani, condannato per peculato a causa dell’uso improprio della carta di credito intestata al primo cittadino; Luciano Passariello, capogruppo del Pdl in regione e il consigliere regionale e Pietro Diodato, entrambi raggiunti da un avviso di garanzia nell’inchiesta sui rimborsi chilometrici».

Ma, secondo quanto riporta “Il Riformista”, i nomi non finiscono qui. In Piemonte, si legge ancora, «aveva già messo i manifesti il presidente della provincia di Vercelli, Renzo Masoero, quando è stato arrestato, pochi giorni fa, per concussione. Pare invece certa la candidatura del capogruppo in regione Angelo Burzi anche se dovrà affrontare un processo per istigazione alla corruzione per uno scandalo che lo avrebbe coinvolto quando era assessore al Bilancio di Ghigo. E nelle liste del Pdl circola pure il nome di Angiolino Mastrullo, arrestato nell’80 per uno scandalo sulle forniture di carne alle Asl e nuovamente arrestato nel 1995 per corruzione. In quel caso patteggiò la pena».

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