Pdl-Lega: Guerra dei ministeri. Calderoli: Berlusconi ha detto sì

MILANO – I ministeri incrinano la maggioranza. La Lega ne vuole almeno due a Milano, a tutti i costi. Il Pdl nicchia, prende tempo, prova a spiegare che nei giorni della “battaglia per Milano” forse non è esattamente una questione cruciale. La Lega, però, non fa una piega e inizia a raccogliere le firme. E Calderoli annuncia: “Berlusconi ha detto sì, comanda lui e questo a me basta”.

Nella mattinata di domenica il no all’iniziativa leghista era arrivato con una nota congiunta dei coordinatori del Pdl, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri. Lo spostamento dei ministeri, è la sostanza dell’argomento, comporterebbe più problemi che benefici. Meglio, secondo il Pdl, pensare ad una rete di conferenze per avvicinare Roma ai problemi delle imprese del nord.

Sulla stessa linea anche il Governatore della Lombardia Roberto Formigoni: “Spostare uno o due Ministeri al Nord qualche vantaggio lo porterebbe. Ma mi sembra molto complesso da realizzare. E poi non è la richiesta piu’ pressante dei nostri imprenditori e dei nostri ceti produttivi”.

La Lega, però, non vuole sentire ragioni. Così, mentre Letizia Moratti sceglie di restarne fuori (“decida il governo”), Calderoli rincara la dose attaccando il sindaco di Roma Gianni Alemanno (Pdl):  “Che Alemanno dica di no lo posso anche capire, è chiaro che l’albero della cuccagna ad un certo punto doveva concludersi”. ”E’ indubbio – ha aggiunto – che c’è anche un indotto economico dei ministeri, dunque e’ chiaro Alemanno e la Polverini non possono essere d’accordo, credo pero’ che lo siano tutti gli altri governatori e tutti gli altri sindaci’.

Mentre il governo si divide le opposizioni infieriscono. Per Gasbarra del Pd siamo al “governo delle banane”. Il leader dell’Udc Pierferdinando Casini parla di “ipotesi assurda” mentre Nichi Vendola di Sel liquida la questione con un secco “balle elettorali”.

E non manca chi rilancia. Pippo Fallica, di Forza del Sud, spiega: “Due ministeri al nord? Noi ne vogliamo tre”.

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