Pdl, Pisanu sta con Fini: “Il peso della Lega è eccessivo”

Giuseppe Pisanu con Berlusconi

Il governo Berlusconi «ha una maggioranza solida» ma è vero che «soprattutto al Sud, c’è la sensazione diffusa di un peso eccessivo della Lega, e più in generale di una prevalenza a tratti immotivata di un’idea nordista che si impone su tutto e su tutti».

In un’intervista al “Corriere della Sera”, il presidente della commissione Antimafia Giuseppe Pisanu si sofferma su «preoccupazioni e inquietudini che derivano in gran parte dal deterioramento del clima politico in generale». E tiene a precisare: «Io faccio parte soltanto di un indefinibile movimento che si oppone a questo clima politico invivibile, carico di sospetti, agitato da scontri senza capo né coda, che stanno lentamente uccidendo la politica italiana».

Di chi sono le colpe? «La responsabilità è un pò di tutti», risponde l’ex ministro dell’Interno, «e per di più, per citare Roosevelt, c’è un via vai di rastrellatori di sterco che appestano l’ambiente. In questo clima è chiaro che chiunque, come me, sta alla larga dalla canizza e accetta di discutere civilmente con i propri avversari, finisce per passare come cospiratore».

Partendo dal presupposto che «il governo è saldo, non ci sono maggioranze alternative e il Pdl è ben lontano da qualsiasi ipotesi di divisione», Pisanu consiglia ai compagni di partito di «rifiutare le risse, la contrapposizione, portare pazienza e concentrare l’attenzione sui grandi problemi del Paese: la ricostruzione all’Aquila, il Mezzogiorno, la tutela delle categorie sociali e dei settori produttivi più duramente colpiti dalla recessione».

Da una parte c’è il dialogo con l’opposizione («è con l’offerta del dialogo che si mette alla prova la buona volontà dei nostri avversari, e si verifica se è reale l’impegno a lavorare per il Paese»), dall’altra la necessità di tenere conto delle osservazioni di chi, come Gianfranco Fini, «ha posto una serie di problemi importanti, sui quali ha chiesto di discutere».

Il problema di fondo, conclude, è che «il Pdl non è arrivato alla “fusione perfetta”, visto che è nato da pochi mesi, ma sta segnando un ritardo nel suo cammino: non vedo ancora idee chiare su come dargli una forma democratica moderna e una cultura politica unificante». Così «non disponendo di sedi adeguate per il confronto, ogni espressione di dissenso crea sospetti, evoca il rischio della rottura».

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