Primarie Pdl: senza gente, a rate e al cloroformio

Silvio Berlusconi con Angelino Alfano (Foto Lapresse)

ROMA – Le primarie Pdl? Il rischio è che siano un flop. E allora l’ultimo diktat è: facciamole all’americana, facciamole senza gente, a rate e, di fatto, al cloroformio. Procedendo con ordine: i “big” del Pdl, dai quali però si è prudentemente sfilato il più big di tutti, ovvero Berlusconi, stanno pensando a primarie all’americana.

Ovvero, siccome il rischio concreto è che la gente diserti in massa le urne (secondo i dati di Libero solo l’8% dei tesserati Pdl parteciperebbe) la soluzione intravista è il metodo “all’americana”. E quindi, dividere il territorio, e i votanti, in Regioni o marco-regioni, nelle quali chi partecipa vota un gruppo di “grandi elettori” ciascuno legato a un candidato premier. Questi “grandi elettori”, una volta scelti dai votanti, saranno i delegati alla convention Pdl di febbraio che incoronerà il candidato premier. Metodo che ha il pregio di lanciare temi regionali o di territorio ma che di fatto non permette a chi vota di mettere una crocetta sul suo premier ideale.

Primarie senza l’appeal della sfida tra candidati. E primarie a rate, per giunta, spalmate nei week end dal 16 dicembre a tutto gennaio. Primarie “cloroformio”, volendo sintetizzare. Così anestetizzate che Berlusconi se ne tiene a distanza di sicurezza. Anche geografica: in questi giorni di dibattito intenso interno al partito se ne stava beato al sole di Malindi prima di tornare a Milano. Giovedì dovrebbe partecipare all’ufficio di presidenza a Roma che ufficializzerà le regole delle primarie. Ma il condizionale, come si suol dire, è d’obbligo. A chi lo chiamava, fino a pochi giorni fa, per farlo tornare nella capitale diceva: “Ma venite vuoi qui, se volete parlarmi, si sta così bene al mare!”.

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