Pdl: nel rinnovo delle commissioni possibile scontro tra finiani e berlusconiani

Il finiano Italo Bocchino

Il comma 5 dell’articolo 20 del regolamento della Camera è molto esplicito: «Dalla data della loro costituzione, le Commissioni permanenti sono rinnovate ogni biennio e i loro componenti possono essere riconfermati». Ma quella che di solito viene considerata una formalità perché la prassi è quella di riconfermare quasi sempre chi già è alla guida dei singoli organismi parlamentari, ora rischia di diventare una sorta di “redde rationem” all’interno del Pdl tra finiani e berlusconiani.

Dal 22 maggio, infatti, data di scadenza del primo biennio, la presidenza di Montecitorio dovrà adempiere all’obbligo di convocare le commissioni perché i componenti decidano o meno se rinnovarne i vertici. E ogni gruppo parlamentare dovrà dare la sua indicazione. Così, nella maggioranza, c’è chi avverte che potrebbe essere questa l’occasione per ridimensionare la presenza dei finiani. Evitando che continuino a presiedere commissioni “chiave” come, ad esempio, la Giustizia: attualmente guidata dalla penalista Giulia Bongiorno.

Fu lo stesso Berlusconi tempo fa a manifestare ai suoi un certo “fastidio” nei confronti della parlamentare che su molti provvedimenti, considerati “vitali” dai legali del Cavaliere, riusciva a far sentire la propria voce, ad imporre il proprio punto di vista.

Ma “a rischio” non sarebbe solo Giulia Bongiorno. I finiani presidenti di commissione sono anche, a Montecitorio, Silvano Moffa, alla guida della Lavoro e, al Senato, Mario Baldassarri e Cesare Cursi, rispettivamente presidenti della Finanze e dell’Industria. Anche a Palazzo Madama, infatti, al comma 7 dell’articolo 21 del regolamento si prevede che ogni due anni le presidenze delle commissioni vengano riconfermate. Al Senato però la data di queste elezioni deve ancora essere fissata. A deciderlo dovrà essere la conferenza dei capigruppo che sul punto ancora non è stata convocata.

Un procedimento simile al rinnovo (o meno) delle presidenze degli organismi parlamentari è quello che riguarda i vertici del gruppo del Pdl. Ogni gruppo in Parlamento ha un suo statuto autonomo nel quale si indicano tempi e modi delle varie procedure interne. E in quello del Pdl di Montecitorio (praticamente impossibile da consultare), secondo quanto si apprende, si dovrebbe prevedere una sorta di riconferma o meno del presidente e del vicepresidente anche questa ogni due anni.

Sono in molti tra i deputati pidiellini a chiedere la “testa” di Italo Bocchino: il finiano che è stato accusato anche da Berlusconi di aver esposto “al pubblico ludibrio” il partito, insieme ai colleghi Adolfo Urso e Enzo Raisi. Così anche per lui potrebbe arrivare, a breve, il momento della “conta”. E una sua riconferma non sembra così scontata.

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