ROMA – Arrivato al check point nell’era del dopo-Berlusconi e in quella dell’appoggio al governo Monti, il Pdl non tiene. Alle elezioni comunali i candidati fanno fiasco: a Palermo non la spunta Massimo Costa che lascia il ballottaggio a Leoluca Orlando, sostenuto dall’Idv, Rifondazione comunista e Verdi, e Fabrizio Ferrandelli, appoggiato da Pd e Sel, a Genova il candidato Pier Luigi Vinai non ce la fa con la coppia Marco Doria ed Enrico Musso, a Parma Paolo Buzzi viene schiacciato dai due più forti Vincenzo Bernazzoli del centrosinistra e Federico Pizzarotti del Movimento 5 Stelle e infine nella Verona leghista a marchio Flavio Tosi il partito del front man Angelino Alfano colleziona solo una scarsa percentuale di voti con Luigi Castelletti.
Anche se a Palermo Alfano ha tentato l’esperimento dell’alleanza con Udc e Grande Sud, questo non è bastato a evitare la débacle del Pdl. Stessa cosa a Genova, dove il candidato in extremis Vinai, si è messo in competizione, ma senza buoni esiti, con la sinistra di Doria sulla scia dell’effetto Pisapia milanese e l’ex Forza Italia, Enrico Musso, sostenuto dal Terzo Polo. A Verona Alfano aveva pure provato a tenere compatti i suoi, con l’espulsione di 14 in fuga che avevano creato una lista per sostenere Tosi invece di Castelletti.
Ai primi segni di cedimento della struttura pidiellina sotto la valanga di numeri e di dati elettorali in arrivo durante il pomeriggio, è intervenuto subito Ignazio La Russa a dire che l’errore del Pdl è stato a monte: “Sbagliati i candidati”, ha tuonato l’ex ministro della Difesa del governo Berlusconi.
“Abbiamo sbagliato i candidati non ho difficoltà ad ammetterlo. C’è la mania di cercarli con la faccia carina senza sapere da quale esperienza amministrativa vengano mentre la gente vuol persone affidabili e per i palermitani è più affidabile Orlando”.
Fa mea culpa il vicecapogruppo vicario Gaetano Quagliarello che parla di “elezioni di resistenza”. “Noi non immaginavamo di avere un buon risultato, per noi queste erano elezioni di resistenza. Queste elezioni non condannano nessuno ma non possiamo nemmeno – ha aggiunto – far finta che nulla sia successo. Io credo – sottolinea ancora Quagliariello – che il governo debba tenere conto del regime parlamentare italiano, deve considerare che i partiti che lo sostengono stanno pagando un costo. Se dovessi parlare domani, guardando ai risultati delle amministrative, io non potrei che dare un giudizio negativo sul governo. Se è vero quel che dice la Finocchiaro, ovvero che la flessione del Pdl sia maggiore a quella del Pd, vuol dire che il governo dovrà ascoltarci di più”.
Il Pdl dunque paga alle urne l’appoggio a Monti. Alfano però ha tenuto a precisare che nonostante il prezzo alto pagato al voto, il Pdl continuerà a sostenere il governo, ma basta a vertici “Abc” (Alfano-Bersani-asini ovvero Pdl-Pd-Udc): “Sono elezioni nelle quali registriamo una sconfitta.Paghiamo un prezzo nella consapevolezza che lo stiamo pagando per il bene dell’Italia. Abbiamo sostenuto il governo Monti ed in base a questi risultati non è che togliamo l’appoggio. Lo ha detto Berlusconi, lo ribadisco io”.