Pdl, oggi riunione dei finiani: elezioni anticipate più lontane

Gianfranco Fini torna a riunire i parlamentari che condividono le sue posizioni. L’appuntamento è previsto nella giornata di oggi, alle 17, presso la sala Tatarella nel palazzo dei Gruppi parlamentari in via Uffici del Vicario. L’obiettivo del presidente della Camera è da un lato fare il punto sia sul numero delle adesioni di deputati e senatori alla corrente di minoranza del Pdl, dall’altro discutere le prossime mosse da compiere. A cominciare dalla data del congresso del partito, che i finiani vorrebbero fosse ravvicinata, e dalle conseguenze delle dimissioni da vicecapogruppo del Pdl alla Camera annunciate da Italo Bocchino.

Comincia ad abbassarsi, però, la febbre di tensioni tra Fini e Silvio Berlusconi che giovedì scorso, in occasione della riunione di Direzione del Pdl, aveva raggiunto l’acme con lo scontro pubblico tra i due leader. Il presidente della Camera ha apprezzato le dichiarazioni fatte dal premier nel messaggio di ieri, mandato in onda in occasione della ricorrenza del 25 aprile, nel quale ha ribadito di voler fare le riforme «insieme a tutte quelle forze politiche che, come fecero i nostri padri costituenti, non rifiutano a priori il dialogo e hanno a cuore la libertà».

A svelenire il clima ha contribuito anche il discorso tenuto dal presidente Giorgio Napolitano sabato alla Scala di Milano sui temi dell’unità nazionale e sul valore del “25 aprile” come data simbolo di una ritrovata coesione dell’Italia. Berlusconi, presente alla cerimonia, ha detto di aver condiviso totalmente l’intervento del capo dello Stato.

Intanto, ieri, nel corso di un’intervista alla trasmissione televisiva di Lucia Annunziata “In mezz’ora”, Fini ha spiegato di non essersi pentito dello scontro avuto con Berlusconi ma anche di non avere intenzione di fondare un nuovo partito. Confermando la sua intenzione di non dimettersi dalla carica istituzionale che ricopre, ha ribadito di voler «discutere dentro il Pdl». Nessuna obiezione nel riconoscere il ruolo guida di Berlusconi: non si tratta di “questioni personali”, ha ribadito il presidente della Camera che ha aggiunto: «non ho mai messo in discussione la leadership di Berlusconi. Lui è il leader, è il presidente del Consiglio, e ha diritto di governare».

Quanto alle prospettive, Fini boccia l’ipotesi delle elezioni anticipate perchè “gli italiani non capirebbero” e delinea l’identikit della destra del futuro per cui lavora: «Una destra moderna che cerca di ascoltare le ragioni dell’altro e non lo insulta, che cerca di parlare e non di sentenziare, che non ha la bava alla bocca e che non vede sempre e comunque il nemico ma cerca di dialogare con l’avversario». A fargli da spalla migliaia di messaggi entusiasti arrivati al Secolo d’Italia, il giornale degli ex-An: almeno 97 lettere di sostegno pro-Gianfranco sono giunte in redazione. Il quotidiano, ieri, aveva infatti pubblicato il discorso del presidente della Camera alla direzione nazionale del partito della settimana scorsa. L’atto d’accusa contro Berlusconi. Oggi la raffica di risposte:  “Avrà il mio consenso”, “Ora finalmente potrò andare a votare senza turarmi il naso”: un intero giornale dedicato a Fini e ai suoi fan, mentre di Berlusconi non c’è traccia.

Sulla richiesta di dimissioni da presidente della Camera è tornato a insistere ieri il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi. Sulla stessa linea il leader leghista Umberto Bossi, che è tornato a parlare di elezioni anticipate qualora si bloccasse la prospettiva istituzionale del federalismo. La risposta arriva immediata dal vice presidente vicario del Pdl alla Camera, italo Bocchino, che sul sito di Generazione Italia, (l’associazione interna al Popolo della Libertà) invita Berlusconi ad “accettare la minoranza interna e la via di un partito plurale e democratico, più lunga ma anche più fruttuosa.

Sul fronte dell’opposizione non decolla il ”patto repubblicano” auspicato da Pierluigi Bersani. Il segretario del Pd ha annunciato ”colloqui, incontri e verifiche” con le altre opposizioni per evitare «’esiti anti-istituzionali della crisi in corso nel centrodestra»’. Bersani non esclude un dialogo anche con Fini ‘«non per farci governi insieme ma per bloccare derive plebiscitarie e populiste».

A differenza del Pd, la prospettiva di elezioni anticipate non preoccupa Nichi Vendola, leader di Sinistra ecologia e libertà, ospite ieri della trasmissione televisiva ”Che tempo fa” di Fabio Fazio. Per il governatore della Puglia «’il lavoro di ricostruzione del centrosinistra sarà lungo, perchè si tratta di ridefinire un progetto e di riaccendere passioni, ma va avviato da subito».

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